Ondata di Gelo: Riscaldamento Globale o Nuova Era Glaciale

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Le notizie che in queste ore giungono dai mezzi di infomazione non fanno altro che confermare un dato che è sotto gli occhi di tutti: l’inverno del 2012 sarà ricordato come il più gelido degli ultimi 100 anni. A confermarlo è il metereologo e climatologo Mario Giuliacci in una intervista rilasciata al sito di informazione Wired.

Eventi metereologici estremi stanno interessando diverse regioni del continente europeo: due nevicate a Roma nell’arco di una settimana fanno dimenticare la mitica nevicata del ’56; freddo record in Finlandia dove la citta di Kevo ha fatto registrare un incredibile -39°C; gran freddo anche in Germania con Monaco fra le città più colpite: -20°C; -6° a Madrid, -7° a Londra, -8° a Parigi e Berlino, -22° a Mosca, -23° a Helsinki.

Eppure ci avevano detto che il nostro pianeta era entrato in una fase di riscaldamento progressivo a causa delle emissioni di gas serra dovute alle attività umane. Se è così, perchè fa cos’ freddo? Cosa ci aspetta per il futuro? Una nuova “piccola era glaciale” è alle porte? 

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È sempre suggestivo vedere la neve in quei luoghi dove si manifesta come un evento estremamente raro. Il fascino di Roma imbiancata è innegabile, come le spiagge innevate dell’adriatico è il pennacchio del Vesuvio ricoperto dalla “dama bianca”.

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Eppure, al di là dell’aspetto poetico di questi eventi eccezionali, sorge la domanda se questa perturbazione gelida sia un segnale dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta e se per il futuro dobbiamo aspettarci altri inverni particolarmente rigidi come questi.

Al momento gli esperti di tutto il mondo non possono fare altro che avanzare ipotesi. Sono almeno quattro le teorie che abbiamo raccolto sugli eventi climatici che stanno caratterizando la Terra in questo periodo: 1) la Teoria della Compensazione; 2) l’influenza della Corrente del Golfo; 3) la bassa attività delle Macchie Solari; 4) la possibilità di una nuova “Piccola Era Glaciale”. Vediamo nel dettaglio.

1) Teoria della Compensazione

Secondo questa ipotesi, il grande freddo che stiamo sperimentando sarebbe la risposta del nostro pianeta al riscaldamento globale, una sorta di “sistema immunitario planetario” che difenderebbe la Terra dal calore eccessivo. Questa tesi, partendo dal presupposto che la Terra si stia riscaldando da oltre venti anni, sostiene che inverni particolarmente rigidi e nevosi siano l’effeto di una sorta di “meccanismo di compensazione” alle temperature globali medie sempre più alte.

«Il graduale riscaldamento del nostro Pianeta non è costante e uniforme. Al contrario, in alcune annate la Terra è sembrata temporaneamente raffreddarsi», spiega Giuliacci nella sua intervista. La Nasa, tramite dati provenienti dalle stazioni al suolo e dagli strumenti dei satelliti, ha verificato che gli inverni del 1929, del 1956 e del 1985 sono stati talmente rigidi che negli stessi anni è stato registrato un rallentamento del riscaldamento del nostro pianeta.

Conclude Giuliacci: «Tutto questo fa pensare che l’attuale discesa di correnti gelide dalle alte latitudini verso il cuore del continente rappresenti l’ennesimo tentativo dell’atmosfera di compensare lo squilibrio che sta creando al suo interno, con il rapido surriscaldamento in atto, per cui il 2012 potrebbe risultare, a livello planetario, una delle annate più fresche dell’ultimo periodo».

2) L’influenza della Corrente del Golfo

Anche questa teoria muove dalle conseguenze del riscaldamento globale dell’ultimo ventennio che influenzerebbe la Corrente del Golfo e di conseguenza il clima planetario.

La Corrente del Golfo è una potente corrente oceanica calda che nasce nel Golfo del Messico ed è di fondamentale importanza per la mitigazione del clima del paesi nordeuropei. Le acque riscaldate dal calore del sole, per la loro temperature e l’elevata concentrazione di sale marino, viaggiano sulla superficie degli oceani fino a risalire verso nord dove, raffreddandosi in prossimità del circolo polare artico, si inabbissano cominciando il viaggio che le riportera verso il sud america.

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Secondo alcuni climatologi, un aumento della temperatura del pianeta produrrebbe un afflusso di grandi quantità di acqua dolce nella corrente, proveniente dallo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia e che potrebbe rallentare o addirittura arrestare il flusso d’acqua con il conseguente raffreddamento delle regioni del Nord Europa, nonostante l’aumento delle temperature globali.

A sostegno di questa teoria ci sarebbero i dati raccolti dai satelliti Envisat e Ers-2 dell’Agenzia Spaziale Europea i quali mostrerebbero la formazione di una grande area dell’Oceano Artico occidentale che si sta gonfiando senza sosta da dieci anni generando una serie di preoccupazioni per le possibili conseguenze climatiche sull’intera europa. In questa sorta di “cupola” si sono concentrati finora quasi ottomila chilometri di acqua dolce gelida. Il deflusso di questa enorme massa d’acqua potrebbe causare un rallentamento significativo della corrente del Golfo, con effetti simili a quelli mostrati nel film del 2004, The Day After Tomorrow di Roland Emmerich (vedi approfondimento sul tema).

3) Bassa attività delle Macchie Solari

Questa teoria si basa sull’influenza che avrebbe l’attività solare sul clima del pianeta. Alcuni climatologi hanno dichiarato in un’intervista rilasciata al Daily Mail, che il Sole, dopo aver emesso livelli insolitamente elevati di energia durante il 20° secolo, oggi si sta dirigendo verso un minimo di attività che potrebbe causare inverni sempre più rigidi ed estati più fredde.

A prova di questa teoria ci sarebbe lo studio del Prof. Mike Lockwood, docente di fisica dell’ambiente spaziale all’Università di Reading (Inghilterra). La sua ricerca ha messo in relazione il freddo inverno 2009-2010 che ha riguardato gran parte dell’Europa con la bassa attività delle Macchie Solari dal 2004 al 2010.

Il ricercatore ha inoltre studiato l’andamento delle macchie solari negli ultimi 9000 anni scoprendo che l’attività solare ha periodi ciclici della durata di circa 300 anni durante i quali il numero delle macchie solari è in lento e costante aumento, seguito poi da periodi di circa 100 anni nei quali l’attività solare è quasi inesistente.

Giuliacci, nella sua intervista a Wired, interviene anche su questo argomento: «Il più recente periodo di bassa attività solare è avvenuto dal 1620 al 1720 circa, ed è noto come minimo di Maunder (dal nome dell’astronomo Edward Maunder). E in effetti durante tale periodo l’Europa patì gli inverni più rigidi che si ricordino a memoria d’uomo. Poi dal 1720 ad oggi l’attività solare è stata via via in aumento, seppure lento,  fino agli anni ‘80 ovvero, appunto per quasi 300 anni. Il sole eccezionalmente pigro degli ultimi anni dal 2004 ad oggi sarebbe un campanello d’allarme dell’avvio della nuova fase, la quale potrebbe sfociare nei prossimi decenni in un nuovo minimo di Maunder».

4) Inizio di una nuova “Piccola Era Glaciale”

La possibilità che il pianeta si avvii verso una fase cliamtica simile a quella registrata a cavallo tra il 1645 e il 1715, nota come “Piccola Era Glaciale“, sarebbe quindi legata all’attività della nostra Stella.

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La produzione solare attraversa cicli di 11 anni, con un numero elevato di macchie solari al momento dei picchi. Siamo ora a quello che dovrebbe essere il picco del cosiddetto “ciclo 24”, che qualche settimana fa ha prodotto una tempesta solare con aurore boreali avvistate a latitudini più a sud del solito. Ma il numero delle macchie solari si è dimezzato rispetto a quello osservato durante i picchi dei cicli del 20° secolo.

Le analisi degli esperti della NASA e della University of Arizona, dedotte dalla misurazione del campo magnetico del Sole, suggeriscono che il ciclo 25, il cui picco è previsto nel 2022, sarà molto più debole. È possibile che la caduta dell’energia solare possa essere tanto importante quanto quella del minimo di Maunder, nel momento più freddo della “Piccola Era Glaciale”, quando si davano feste sul Tamigi ghiacciato e i canali olandesi erano totalmente ghiacciati.

Tre studi paralleli presentati in una riunione della divisione solare della America Astronomical Society affermano l’inesorabile declino delle macchie solari nel prossimo decennio. Frank Hill, del National Solar Observatory nel New Mexico ha dichiarato: «Il fatto che ci siano tre studi separati che giungono tutti allo stesso risultato è molto interessante».

La normale vita di Gaia

La maggior parte di noi quando pensa alle ere glaciali immagina un cambiamento da un clima temperato ad uno più freddo su scale temporali lunghissime, tanto da pensare che la transizione dal periodo interglaciale attuale alla prossima era glaciale possa durare milioni di anni e quindi non essere fonte di preoccupazione.

Questo pensiero però è sbagliato: si ignora il fatto che il clima della Terra è cambiato rapidamente nel passato e potrebbe cambiare rapidamente nel futuro. Le prove dei cambiamenti climatici improvvisi sono fornite dai carotaggi nel ghiaccio della Groenlandia e della Antartide. Si vedono chiaramente le variazioni repentine di temperatura e di concentrazione di CO2.

Le osservazioni mostrano transazioni climatiche avvenute nell’arco di un decennio, con lunghi periodi di caldo o di freddo tra una transazione e l’altra. L’esempio più noto è quello del Younger Dryas, conosciuto anche come il Grande Congelamento, avvenuto tra i 12.800 e gli 11.500 anni fa, durante il quale la temperatura media globale scese di circa 10°C. La transazione verso il freddo avvenne in meno di 10 anni, mentre il fenomeno è durato quasi 1000 anni.

La ciclicità di questi cambiamenti suggerirebbe che si tratta di fenomeni legati alla normale attività del pianeta e molto al di sopra della limitata scala di comprensione umana. Tuttavia rimane difficile prevedere cosa possa accadere nei prossimi anni. Le nostra conoscenze sui cambiamenti climatici del passato è limitata. Una migliore conoscenza degli eventi climatici del passato consentirebbe agli studiosi di elaborare modelli capaci di creare proiezioni per il futuro consentendo la necessaria preparazione degli stati a eventi di portata planetaria.

Ondata di Gelo: Riscaldamento Globale o Nuova Era Glacialeultima modifica: 2012-02-11T13:42:00+01:00da kattolika177
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