Astrobiologia all’inglese: “C’è vita là fuori”?

astrobiologia.jpgCi sono miliardi di stelle solo nella nostra galassia e la Via Lattea è solo una delle miliardi di galassie che esistono nel nostro universo. Questo dato, almeno dal punto di vista statistico, potrebbe ragionevolmente fondare l’ipotesi di trovare la vita oltre la Terra?

Questa è la grande questione che si propone di indagare il nuovo Centro di Astrobiologia di Edimburgo, nel Regno Unito, inaugurato ufficialmente solo martedì scorso ma che ha già atturato l’attenzione di 40 mila studenti online.

Tuttavia, l’istituto non è alla ricerca degli “omini verdi” ma, come spiega il professor Charles Cockbell, direttore del centro, di indagare se esiste la vita biologica al di fuori della Terra.

Finora, l’unica vita conosciuta nello spazio è quella presente sulla Terra: dai batteri ai mastodonti, senza nessun segno della sua esistenza al di fuori della biosfera terrestre: “Non abbiamo trovato un singolo microrganismo, un singolo batterio oltre la Terra”, spiega Cockbell alla BBC.

“Quindi, in termini di vita oltre la Terra, l’astrobiologia sta cercando di capire se il nostro pianeta è l’unico esempio di vita o se essa potrebbe esistere anche altrove nel cosmo”.

Questo è uno dei motivi per cui la ricerca parte dal sottosuolo terrestre: la tenacia della vita e il suo sviluppo nei luoghi più estremi del nostro pianeta, potrebbero offrire qualche indizio su come e dove cercare la vita su altri pianeti, come Marte ad esempio.

[Segnali di vota dal sottosuolo di Marte]

I ricercatori hanno realizzato un laboratorio sotterraneo collocato ad un chilometro di profondità, riutilizzando la vecchia miniera di Bouby, nello Yorkshire, per esaminare le modalità di sopravvivenza degli organismo presenti a tali profondità.

“Poichè la superficie di Marte è praticamente inabitabile, fredda e arida, non possiamo escludere che la vita possa essere presente nel suo sottosuolo”, spiega Samuel Payler, un dottorando che collabora allo sviluppo del laboratorio sotterraneo. “Forse in passato la vita su Marte era in superficie, ma oggi potrebbe essersi trasferita nel sottosuolo”.

Mentre Payler parla, regge in mano una provetta che dimostra quanto sia tenace la vita. In essa sono contenuti alcuni microbi provenienti dallo spazio! Raccolti su una parete rocciosa nei pressi di Beer nel Devoan, i microrganismi sono stati spediti sulla Stazione Spaziale Internazionale e successivamente posti al di fuori di essa, esposti al vuoto e al gelo cosmico.

Lo scopo dell’esperimento era quello di verificare quali organismi sono in grado di sopravvivere alle severe condizioni ambientali dello spazio. Ebbene, i microrganismi sono stati capaci di sopravvivere ben 18 mesi, resistendo al vuoto, al gelo e alle radiazioni cosmiche.

L’esperimento sottolinea quanto la vita potrebbe essere diversa rispetto agli alieni che abbiamo imparato a riconoscere nei film di fantascienza e molto più simile alle colonie batteriche che si annidano nelle nostre docce!

Tuttavia, gli scienziati non escludono un’altra prospettiva, allo stesso tempo drammatica ed entusiasmante: non c’è vita al di fuori della Terra! Potremmo essere il frutto di una gloriosa singolarità. Ma questa prospettiva non spaventa, nè preoccupa Cockbell.

“Molta gente pensa che l’astrobiologia sia una sorta di caccia alla vita extraterrestre e che il mancato ritrovamento di essa possa essere una grande delusione”, continua lo scienziato. “In verità non è così. La scoperta di numerosi pianeti senza vita nell’universo e la scoperta che la Terra possa essere l’unico pianeta a contenere la vita, sarebbe una scoperta sorprendente”. E forse più sorprendente, aggiungiamo noi.

D’altra parte, qui sulla Terra potremmo essere i primi esseri viventi sviluppatisi nell’Universo, il che rappresenterebbe una gravissima responsabilità per il genere umano, sia per come stiamo trattando il nostro pianeta, unico nel suo genere, sia per come stiamo trattando noi stessi, esseri, probabilmente, unici nel loro genere!

Astrobiologia all’inglese: “C’è vita là fuori”?ultima modifica: 2013-04-25T07:45:22+02:00da admin
Reposta per primo quest’articolo