Nativi digitali: ‘Homo Sapiens 2.0! Ecco come la tecnologia ha cambiato la nostra vita

nativi-digitali.jpgAlle tecnologie digitali sono bastati soli 30 anni per scavare un varco fra le generazioni dei genitori e quella dei loro figli.

Infatti, se è vero che smartphone, notebook, iPad e quant’altro hanno cambiato i comportamenti di tutti (adulti e ragazzi), la loro influenza si esercita soprattutto sui ‘nativi digitali’ che, nati quando la rivoluzione informatica era già a buon punto, sono stati abituati fin da piccoli a gestire i suoi prodotti.

Secondo un sondaggio di Eu Kids Online, progetto europeo che monitora il rapporto fra i giovani europei e il web, l’82% dei 15-16enni ha un profilo su un social network. Le nuove tecnologie, insomma, hanno cambiato il modo in cui i giovani interagiscono fra loro, dando anche qualche possibilità in più.

“Il ragazzo che solo grazie a un social network riesce a parlare con la compagna di banco e a uscire con lei trae giovamento dalle nuove tecnologie”, spiega Federico Tonioni, responsabile del Centro per la cura delle dipendenze da Internet del Policlinico Gemelli di Roma. “Ma dovrebbe comunque tenere presente l’importanza della comunicazione non verbale, che lo schermo non riproduce”.

Nella maggior parte dei casi, comunque, “i nuovi media non sono un sostituto degli incontri reali. I giovani, al contrario, usano internet e il cellulare per tenersi in contatto quando non possono vedersi, ma preferiscono comunque frequentarsi di persona”, osserva Barbara Scifo dell’OssCom, Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica di Milano.

E on-line non vanno solo per chattare: l’85% dei ragazzi usa il web per fare i compiti, l’83% per giocare e il 76% per guardare video. “I nativi digitali sono molto diversi da noi”, dice Paolo Ferri, docente di Teorie e tecniche dei nuovi media dell’Università di Milano-Bicocca, “perchè a scuola. a casa e con gli amici sono sempre accompagnati dalle loro protesi comunicative”.

Se sia un bene o un male è argomento di dibattito. Ma se da più parti si denuncia un impoverimento del linguaggio e un degrado di capacità come quella di concentrarsi e leggere un testo scritto, è pur vero che i ragazzi che hanno accesso alle nuove tecnologie ottengono punteggi migliori nei test sulla valutazione delle competenze e dell’apprendimento.

 

C’era una volta…

I nativi digitali non sanno ‘che cosa c’era prima’, nè riescono a immaginare come si potesse vivere senza cellulare. Come ci si trova fra la folla? Come si avvisava a casa che si stava facendo tardi? Come si copiavano i compiti?

La differenza, invece, la ricorda bene chi ha più di 40 anni, che ai primi appuntamenti arrivava con il dubbio di aver capito bene il luogo dell’incontro, che per strada cercava disperatamente una cabina telefonica quando si era fatto un pò tardi ed era ora di rientrare, e che a scuola si riempiva le tasche di bigliettini su cui annotava con calligrafia da certosino le formule degli ultimi tre mesi di matematica: sembra preistoria! E a segnare lo spartiacque tra ieri e oggi è stato il telefono cellulare.

“Oggi il cellulare si è arricchito di funzioni, il cui successo inizialemente non era stato previsto”, continua Barbare Scifo. “Gli sms, per esempio, erano stati pensati come una forma di comunicazione secondaria: poi i giovani se ne sono appropriati, per via del basso costo, e ora li usano molto più delle chiamate vocali”.

Ed è anche capitato che il cellulare abbia introdotto gesti nuovi, che i suoi inventori non avevano pensato neppure lontanamente. Per esempio, è usato al posto degli accendini nei concerti, quando arriva la canzone romantica, e come torcia elettrica nei campeggi.

Del tutto imprevisto era poi lo ‘squillino’, fenomeno tutto italiano che permette di dire all’altro ‘ti sto pensando’ senza spendere nulla. Ed è persino nato un nuovo galateo, che impone suonerie sobrie, tono di voce basso e zone off limits.

“Più di tutto, però, la telefonia mobile ha introdotto un modo diverso di gestire il tempo, favorendo la flessibilità grazie al coordinamento continuo fra le persone, che permette a ciascuno si sapere esattamente dove si trova l’altro”, riprende la Scifo.

Questa continua reperibilità ha cambiato i rapporti tra genitori e figli, fra mogli e mariti e anche tra datori di lavoro e dipendenti. Al punto che, secondo alcuni, il telefonino avrebbe creato una nuova schiavitù.

“In realtà, il cellulare diventa uno strumento di controllo ossessivo solo se c’è una relazione già problematica”, dice Scifo. “Se fra genitori e figli c’è un rapporto di fiducia, il telefonino permette a questi ultimi di avere una maggiore libertà di movimento; se una coppia è sana, il telefonino è un modo per tenersi in contatto”. [focus.it]

Nativi digitali: ‘Homo Sapiens 2.0! Ecco come la tecnologia ha cambiato la nostra vitaultima modifica: 2013-07-16T15:56:00+02:00da admin
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