Tra “prime volte”, scandali e profezie, si attende il nuovo Romano Pontefice

la-torre-tarocchi-vaticano-fulmine-01.jpgCi siamo! Fra pochi giorni la Chiesa Cattolica Romana avrà il suo nuovo papa. Quello di Benedetto XVI è uno di quei pontificati che verrà ricordato nella storia, certamente per la sua rinunzia alla cattedra di Pietro, ma anche per i numerosi scandali e cospirazioni di palazzi che sono cadute sulle spalle dell’anziano pontefice.

Dopo otto anni di pontificato, Benedetto XVI si è ritirato a vita privata, diventando il primo “papa emerito della storia, in base ad una norma del codice di diritto canonico che prevede la possibilità di una rinuncia del soglio pontificio. Lo ha fatto, come ha spiegato più volte, in piena libertà e ben consapevole della gravità della sua scelta. 

Apparentemente, il papa tedesco ha motivato la sua decisione riconducendola all’età avanzata e alla mancanza di forze necessarie per continuare a condurre la barca di Pietro in un mondo molto più complesso di quanto poteva immaginare.

Eppure, per il fatto di aver fatto questa scelta in un momento delicatissimo del suo pontificato e alla fine di un percorso tutt’altro che sereno, la decisione non ha mancato di suscitare timori, sospetti, inquietudini.

Documenti trafugati, liti tra cardinali, giochi di potere, smanie carrieristiche e scandali sessuali sembrano aver spinto il pontefice a compiere l’estremo passo. Ma c’è chi vede in questo passo di Papa Ratzinger l’influenza dei poteri forti che da tempo condizionerebbero la Santa Sede, altri vi leggono la realizzazione di oscure profezie o ancora uno specchio dei tempi decadenti e confusi, nella Chiesa come nella società civile. Ma andiamo con ordine. [Ma Bendetto XVI si è dimesso o è stato licenziato].

 

Il dossier choc: sesso e denaro nei sacri palazzi

Sesso e atti impuri nelle stanze Vaticane, traffici poco chiari di denaro nella Chiesa, due comandamenti violati dagli stessi esponenti religiosi: non fornicare, non rubare. Sarebbe questo il contenuto-choc del dossier che Papa Benedetto XVI aveva affidato a tre suoi fedelissimi nel pieno dello scandalo Vatileaks. 

Una inchiesta sul mondo della Chiesa, interviste, relazioni, profili, indiscrezioni, tutto nero su bianco e consegnato a Sua Santità lo scorso 17 dicembre: in quel documento, citato da Concita De Gregorio su Repubblica, si parla di crimini e misfatti talmente gravi da fiaccare la forza del Pontefice. Che, secondo la De Gregorio, avrebbe preso proprio quel giorno la decisione di lasciare la propria carica, annunciata poi 10 giorni fa. In Vaticano lo definiscono «la madre di tutti i dossier».

Il documento è stato redatto da tre «cardinali 007» Julian Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi, che il 24 aprile 2012, in piena Vatileaks, Benedetto XVI ha incaricato delle indagini sulla fuga dei documenti segreti. Come spiega liberoquotidiano.it, le accuse raccolte dai tre autori sono gravissime.

In due tomi e 300 pagine, spuntano “improprie influenze”, in pratica ricatti a monsignori e cardinali, da parte di laici cui sarebbero legati da vincoli “mondani”. Ne parlava già, ad inizio 2012, monsignor Attilio Nicora, ex Ior, in una lettera rubata dal Corvo Paolo Gabriele dalle stanze del Papa. Nelle carte dei tre altri prelati sono “schedati” protagonisti e luoghi dei “crimini sessuali”: ville romane, saune, palazzi vaticani, centri estetici, studentati.

Il dossier, spiega poi Panorama, tratteggia una grande e particolareggiata fotografia della curia romana e non risparmia neppure i collaboratori più stretti del Pontefice. Racconta le correnti, i gruppi di potere, gli interessi economici, l’attivismo di alcuni porporati per favorire o danneggiare i colleghi. E poi da parte di alcuni l’uso spregiudicato della «macchina del fango» per colpire gli avversari e perfino una potente lobby gay in grado di condizionare carriere e decisioni.

Alcuni ecclesiastici tremano, mentre altri già pensano a contromisure. Quel che è certo è che nessuno potrà ignorare il contenuto del rapporto e che dalla Cappella Sistina dovrà uscire un Papa non ricattabile per poter procedere all’azione di pulizia che Benedetto XVI ha affidato al suo successore.

L’altra grana, gravissima, riguarda lo Ior e i traffici sospetti di denaro. Intrecci pericolosi che i tre “agenti segreti” hanno raccolto con dovizia di particolari, classificando i cardinali per aree geografiche, d’influenza e correnti d’appartenenza, anche all’origine della “sfiducia” all’ex presidente dell’Istituto per le Opere Religiose Ettore Gotti Tedeschi. [Il nuovo presidente dello Ior produce navi da guerra!].

E’ soprattutto su questi temi che Benedetto XVI ha maturato la propria sfiducia e la necessità di cedere il posto a un Papa “giovane” e nel “pieno delle forze”. Perché la sua Chiesa “dilaniata da zizzania e peschi cattivi”, come recita la stessa Relationem segreta, ha bisogno di una svolta.

 

I Cardinali vogliono vederci chiaro

Nella prima giornata di discussione a porte chiuse e cellulari schermati, i 144 cardinali riuniti per parlare del futuro della Chiesa hanno sentito riecheggiare almeno tre volte nell’aula del Sinodo la richiesta di conoscere il rapporto riservato sulla fuga di documenti e i veleni curiali. Nella mattina sono stati tre i porporati che hanno espresso il desiderio di sapere che cosa c’è scritto nella «Relatio» preparata dalla commissione dei cardinali detective, il cui contenuto è sotto chiave.

Secondo vaticaninsider.lastampa.it,  si tratta di richieste da leggere in filigrana: rappresentano infatti una volontà comune a molti porporati giunti da fuori Italia, intenzionati a discutere approfonditamente degli scandali che hanno recentemente flagellato la Curia romana. Intenzionati a fare chiarezza, e anche a prendere tutto il tempo necessario perché questa ed altre questioni – come ad esempio quella sulle finanze vaticane – siano sviscerate adeguatamente.

Non è un caso che anche gli arcivescovi di Washington e di Chicago, Donald William Wuerl e Francis George, abbiano sottolineato dopo la prima congregazione generale che il caso Vatileaks sarà argomento di discussione e che «verranno poste alcune domande ai cardinali coinvolti».

Le domande sono state poste, ma per il momento le risposte si sono tenute a un livello ancora generale, senza scendere nei dettagli. Anche le questioni legate al funzionamento della Curia hanno fatto capolino, e sono state accennate nell’intervento dell’arcivescovo di Lima, il cardinale Jean Luis Cipriani Thorne.

Mentre rimane un tema centrale, soprattutto gli statunitensi, la lotta alla pedofilia clericale e la continuazione dell’opera di pulizia intrapresa da Ratzinger: «È una grave ferita nel corpo della Chiesa – dicono – e il nuovo Papa dovrà affrontarla». Altri porporati hanno fatto interventi precisi e concreti su problemi legati alle procedure.

«L’impressione è che non sarà un lavoro breve», sussurra uno dei presenti all’uscita. Non c’è fretta. Il collegio cardinalizio vuole prendersi tutto il tempo necessario. Le congregazioni oggi e domani si svolgeranno solo alla mattina, anche perché i «senatori» della Chiesa vogliono avere più tempo per parlare tra di loro, per incontrarsi, per scambiarsi opinioni. Un atteggiamento, questo, che potrebbe scardinare i tentativi di accordi e di candidature precostituite.

 

Complotti e profezie

In un bel post sul blog extremamente.it, Sabrina Pieragostini raccoglie le opinioni di chi da anni affronta, anche da ottiche molto diverse, le tematiche legate al mistero. E ne sono usciti pareri molto interessanti. A colpire Enrica Perucchietti, scrittrice esperta di Storia delle Religioni ed appassionata di esoterismo,  è  la concomitanza di eventi di portata storica.

“Non bisogna essere dei tradizionalisti per notare i cosiddetti segni dei tempi: un Papa che abdica parlando di Chiesa deturpata dai gravi personalismi e lotte intestine all’interno della Curia; un neogoverno italiano spaccato e impossibilitato numericamente a svolgere il proprio lavoro; una crisi economica che ha spazzato via la piccola e media borghesia; i movimenti di protesta che riempiono il vuoto dei vecchi partiti politici di professione”, spiega la scrittrice.

Sembra insomma che qualcosa stia cambiando inesorabilmente e per sempre: “Il periodo in cui stiamo vivendo è un punto di non ritorno. Sta effettivamente finendo il vecchio mondo, il vecchio ordine (vetus ordo), per cedere il passo al nuovo”. Insomma, si starebbe affermando il famigerato “Nuovo Ordine Mondiale”, visto da alcuni pensatori come una sorta di dittatura su scala globale che non ha bisogno di imporsi con la violenza, perchè i suoi fondamenti sono già stati instillati, un pò per volta, nelle nostre menti.

“Non ci accorgiamo neppure che la  manipolazione di massa di cui si parla tanto avviene dalle basi, fin dalla nostra nascita, con la diffusione di stati di spirito che noi adottiamo quasi fossero mode: rivoluzione psichedelica, psicofarmaci, OGM, denatalismo, libertà sessuale, nuova spiritualità (la New Age)”, aggiunge la scrittrice.

“Per creare  una nuova spiritualità si devono però prima svuotare e poi abbattere le vecchie religioni. Lo scacco della modernità è stato quello di far penetrare la massoneria ecclesiastica anche all’interno della Chiesa cattolica. Invece di opporsi a queste trame, il Vaticano si è reso più volte complice dell’ideologia mondialista.

Ed é forse questa una chiave di lettura per interpretare certe aperture di  Benedetto XVI verso il Nuovo Ordine Mondiale, a partire dal famoso discorso del  25 dicembre 2005, quando un Ratzinger da poco eletto pronunciò una sconcertante benedizione all’ideologia mondialista dicendo:

“Uomo moderno, adulto eppure  talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua  luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale”.

Un argomento che la Perucchietti ha ampiamente affrontato nel suo ultimo libro, scritto con Gianluca Marletta, “Governo globale. La storia segreta del Nuovo Ordine Mondiale”. A suo avviso, Benedetto XVI, apparentemente fragile e quindi ricattabile da parte dei poteri forti, potrebbe aver reagito con l’unica arma a sua disposizione: l’abdicazione.

“Essa potrebbe  ipotizzarsi come una sorta di disperato non possumus da parte di un Papa che, pur di non rendersi complice fino in fondo della svendita della Chiesa a un’ideologia massonica e anticristiana, avrebbe preferito farsi da parte magari nell’improbabile speranza di suscitare, nei laici come nei sacerdoti, un ultimo sussulto di indipendenza e di riscossa”.

Non di complotti, ma di profezie che giungono forse a compimento parla invece Adriano Forgione. Nell’ultimo numero della rivista “Fenix”, di cui è direttore, avanza la sua ipotesi inquietante. “Nessuno me lo leva dalla mente, le dimissioni del Papa annunciate l’11 febbraio scorso hanno a che fare con un altro evento che coinvolge il Vaticano: il Terzo Segreto di Fatima, reso noto nel 2000 dalla Santa Sede in modo incompleto.

copj170.asp?f=9788842095040La parte ufficializzata proprio da Joseph Ratzinger, poi divenuto Benedetto XVI, è una visione dai forti toni simbolici, con un Vescovo vestito di bianco che viene assassinato, poi associata all’attentato di Giovanni Paolo II. Personalmente lo escludo: Papa Wojtyla non fu assassinato, sopravvisse all’attentato, e dunque la visione non si adatta a lui.

Questa parte del Terzo Segreto, a mio parere, fa riferimento a fatti ancora da verificarsi. L’articolo pubblicato il 10 febbraio 2012 dal Fatto Quotidiano su documenti fuoriusciti dai sacri palazzi referenti a un futuro attentato a Benedetto XVI sembra collegarsi a queste dimissioni e proprio alla visione profetizzata dal Terzo Segreto”.

Segreto di cui esiste anche una versione non ufficiale: un testo apocrifo, circolato a partire dal 2010, che conterrebbe un riferimento esplicito all’apostasia (l’allontanamento dalla vera fede cristiana). A confermarlo, proprio ad Adriano Forgione, fu l’esorcista Corrado Balducci, scomparso nel 2008.

“Mi  assicurò che il Terzo Segreto divulgato è solo parziale e per la sua parte ancora non ufficializzata è strettamente legata alla fine di questo tempo, avvertendomi però che le profezie, in quanto monito, possono essere soggette ad essere cambiate attraverso l’azione: «Come uomini – mi disse Balducci – possiamo influire nell’avverarsi di una profezia, spostandone la data e nell’intensità degli eventi profetizzati, mitigandoli»”.

Forse, dunque, Papa Ratzinger ha voluto evitare il destino profetizzato da questa visione rinunciando al pontificato. A giungere ad una conclusione simile è anche Simone Venturini, biblista e docente alla Pontificia Università della Santa Croce, secondo il quale  la verità della rinuncia di Ratzinger va cercata nel messaggio di Fatima. Il biblista spiega la sua posizione nel libro in uscita “Il libro segreto di Papa Ratzinger. L’uomo che ha rinunciato al papato”, anticipando alcune idee in un’intervista rilasciata a vaticaninsider.lastampa.it:

“Non credo sia possibile, in questo momento, nascondersi dietro un dito. Ritengo infatti che l’ultimo anno sia stato tremendamente pesante per il Papa. Soprattutto la graduale scoperta di avere intorno a sé un ambiente ostile, non certamente una famiglia come sperava. Una struttura che non corrispondeva alla sua idea di Chiesa al servizio di Dio e degli uomini, accorgendosi nel contempo di non avere più l’energia per attuare quelle necessarie riforme che ne avrebbero modificato la fisionomia.

il linguaggio del Terzo segreto di Fatima è simbolico e perché fu lo stesso Benedetto XVI a dire che il messaggio del Terzo segreto è ancora assai attuale. Nel mio libro, analizzando i simboli presenti nel testo del segreto, sostengo che il “Vescovo vestito di bianco” rappresenti la vicenda di Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e probabilmente anche del suo successore.

Nessuno dei tre è stato ucciso, ma tutti e tre sono stati ferocemente attaccati dalla cultura relativista e materialista che a partire da Paolo VI si è sempre più imposta nel mondo, soprattutto in Occidente. Questi attacchi, però, segneranno la graduale e sofferta purificazione della Chiesa che la porterà ad essere quella resta luminosa e splendente di cui parla l’Apocalisse (capitolo 22)”.

cop.aspx?s=B&f=170&x=0&e=9788854143333Libro Consigliato:

Simone Venturini – I grandi misteri irrisolti della Chiesa

Gli episodi più bui e controversi, i personaggi più curiosi ed enigmatici, le esperienze più strane e bizzarre celano un mondo ignoto che viene raccontato tra le righe del Vecchio e del Nuovo Testamento e che continua a vivere all’interno della Chiesa. Un mondo che spesso nemmeno i cattolici conoscono fino in fondo, e che qualcuno tra loro cerca persino di occultare.

Eppure, proprio nelle Scritture si possono trovare le risposte agli interrogativi più inquietanti che da sempre l’uomo si pone: chi è Dio? Esiste il diavolo e qual è la sua funzione? Esistono altre forme di vita, oltre a quella sulla Terra? Quale segreto nasconde Fatima?

Questi sono solo alcuni dei grandi misteri a cui il libro proverà a rispondere, tentando di ricostruire il mondo ignoto a cui essi appartengono, attraverso un’analisi del testo biblico e una ricerca approfondita nella storia della Chiesa…

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Ma al Terzo Segreto di Fatima si aggiunge anche la cosiddetta “Profezia di San Malachia”, un testo molto discusso che elencherebbe 111  Papi fino alla fine del mondo, connotandoli con frasi in latino. Il 111° pontefice secondo alcuni interpreti  sarebbe proprio Benedetto XVI. Dunque, dopo di lui, dovrebbe arrivare un “Petrus Romanus” che pascerà il gregge tra molte tribolazioni sino al ritorno del Giudice Tremendo: insomma, l’ultimo Papa prima dell’Apocalisse.

“Sarà Pietro II il Romano a chiudere l’epoca, un nome che tutti ci aspettiamo come nuovo papa, apertamente o in maniera più occulta. Ma a volte ci si focalizza troppo sul nome e non sul concetto del nome stesso”, dice però Isabella Dalla Vecchia che lancia una scioccante ipotesi: “È ormai notizia diffusa che Ratzinger continuerà a chiamarsi Benedetto XVI:  mantenendo infatti il titolo di Sua Santità, egli continuerà a vestire l’abito bianco e sarà chiamato “papa emerito” o “Romano Pontefice emerito”. Dunque è fatto unico nella storia che due Papi resteranno in Vaticano.

Due Pietri. E chissà, forse Petrus II Romanus, l’ultimo papa della profezia, potrebbe essere semplicemente chiamato così, perchè il “secondo papa” in carica, ovvero Benedetto XVI”.

In ultimo, c’è una di quelle coincidenze che lascia perplessi. Secondo alcuni, una delle carte dei tarocchi, la Torre, profetizzerebbe quello che è successo l’11 febbraio scorso tra le mura del Vaticano.

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La carta è numerata con il numero XVI (16), proprio il numero di Benedetto ed un fulmine colpisce la torre decretandone la distruzione: suggestivo il parallelo con la foto scattata da Alessandro di Meo. Inoltre, nei tarocchi francesi, la Torre, viene chiamata Maison-Dieu, ovvero “Casa di Dio”.

Ma attenzione che non è da intendere come fosse una chiesa o un tempio, ovvero la vera casa di Dio, ma un simulacro, un edificio divinizzato, un corpo abusivamente identificato con Dio. Da qui deriva la caratteristica principale dell’arcano XVI: simboleggia la presunzione, l’orgoglio, l’inseguimento di chimere. Infatti, volersi innalzare troppo è pericoloso: quando perseguiamo un’impresa chimerica, la catastrofe è fatale.

A seguito del crollo per presunzione, precipitano sia il Signore della Torre (ovvero il proprietario, noi, la società) con la testa coronata, che si salva, sia l’Architetto della Torre, colui che l’ha costruita, che perisce colpito da un mattone. Questo insegna che noi siamo costruiti da un agente demiurgico, che perisce ovvero è transitorio come l’opera da lui costruita, costruita per ordine della nostra regalità spirituale, che sopravvive al crollo necessario. E infatti le sfere multicolori intorno alla torre stanno a significare l’energia accumulata durante la vita che si libera tutto intorno.

Tra “prime volte”, scandali e profezie, si attende il nuovo Romano Ponteficeultima modifica: 2013-03-06T13:11:11+01:00da admin
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