La placca sudmaricana in balia dei terremoti – Messico e Cile continuano a ballare – Perchè questo aumento dei terremoti su tutto il pianeta?

terremoto-cile.jpgSantiago – Un terremoto di magnitudo 5.1 è stato avvertito dagli abitanti della capitale di Cile. Solo ieri, l’Ufficio Nazionale di Emergenza del Cile, ha dato l’allarme giallo per gli abitanti nei pressi del vulcano Llaima che sta dando segni di risveglio.

Il Messico, dopo il sisma del 21 marzo pari ad una magnitudo di 7.1, torna a tremare, facendo registrare una scossa di magnitudo 5.6. Si teme per il risveglio del vulcano San Salvador. Cosa sta succedendo in sulla placca sudamericana? Si sta preparando il famigerato Big One?

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Il terremoto in Cile

Il sisma registrato nella mattina del 24 marzo 2012 in Cile, non ha causato danni a persone e a cose. L’Istituto americano Geological Survey ha registrato il sisma alle ore 7:28. L’epicentro è stato individuato nel centro della regione della capitale ad una profondità di 67 km.

Intanto l’Ufficio Nazionale di Emergenza del Cile aveva dichiarato, pochi giorni prima, l’allarme giallo per le comunità vicine al vulcano Llaima, a causa di un graduale aumento della sismicità del massiccio negli ultimi 15 giorni. “E’ una pentola a pressione”, aveva detto ieri il governatore della provincia cilena di Cautín. Fonte.

  

Nuovo terremoto in Messico

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Nella giornata di venerdì 23 marzo, il Messico è tornato a tramare con uno sciame sismico che si assesta su magnitudo 5 della scala Richter. La capitale Città del Messico, ha assistito a scene di psicosi di massa, quando la gente si è nuovamente riversata in strada, uscendo da scuole e uffici, a causa del sisma che ha visto il suo epicentro nello stato di Oaxaca.

Il terremoto è stato avvertito chiaramente anche nello stato di Guerrero, zona nella quale si è registrato l’epicentro della forte scossa del 20 marzo di magnitudo 7,4. Il Capo del Governo della capitale, Marcelo Ebrard, ha detto che la città non ha avuto feriti o danni e che i servizi strategici hanno continuato a funzionare normalmente. Fonte.

 

Il risveglio del vulcano San Salvador

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Il violento terremoto di magnitudo 7.4 richter che mercoledì ha colpito il Messico meridionale, nell’area di Acapulco, pare aver risvegliato il vulcano San Salvador che si trova quasi 1.000 km più a sud, nell’omonimo Paese di San Salvador, e che risulta inattivo da quasi un secolo, infatti la sua ultima eruzione risale al 1917.

Il vulcano è estremamente monitorato in quanto sorge appena a nord/ovest della capitale, una metropoli con una popolazione urbana di quasi due milioni e mezzo di abitanti. Il Servizio Nazionale di Studi Territoriali (SNET) ha riferito che a partire da mercoledì pomeriggio, subito dopo la forte scossa sismica in Messico, intorno al vulcano s’è attivato uno sciame con 25 scosse, di cui 8 tra magnitudo 2,2 e 3,3 richter, a una profondità molto superficiale, tra 0,5 e 5,8km. L’allerta è massima e anche la Croce Rossa inizia a mobilitarsi per un’eventuale emergenza. Fonte.

 

Forti terremoti anche in Australia

Il 9 marzo scorso, un terremoto di magnitudo 7,1 ha colpito Vanatu e le Loyalty Islands, nella Nuova Caledonia, in Australia, a sud dell’ocenano Pacifico. Lo ha reso noto l’USGS, il Servizio Geologico degli Stati Uniti. Il simsa, misurato ad una profondità di 36 km è stato registrato nella “Pacific Ring of Fire”, una zona soggetta a frequenti attività sismiche causate dallo spostamento delle placche tettoniche. «A volte – si legge nella nota dell’USGS – terremoti di questa entita’ generano tsunami che possono essere distruttivi lungo le coste locali nel raggio di centinaia di chilomentri dall’epicentro del terremoto». Fonte.

Un altro forte terremoto di magnitudo 611 ha colpito il 24 marzo l’Australia del Sud alle 10:25 (ora italiana). L’epicentro è stato registrato nei pressi di Ernabella, 415 chilometri a nord-ovest di Coober Pedy e a circa 320 chilometri a sud-ovest di Alice Springs. La profondità del sisma è stata stimata a circa 10.7 chilometri.

La forte scossa, valutata la più forte degli ultimi 15 anni dal sismologo David Jepsen, avrebbe potuto sentirsi sino a 500 chilometri di distanza e creare danni entro un raggio di 40 chilometri dall’epicentro, nei cui pressi soggiornano un certo numero di comunità arborigene. Fortunatamente, come riferito da un portavoce della polizia locale, la scarsa densità abitativa ha permesso di non registrare particolari danni o lesioni che in una grande città sarebbero stati notevoli. Soltanto una settimana fa, come riferito dal Dr. Jepsen, un terremoto di magnitudo 4.3 aveva colpito la stessa area.

Tra i terremoti più forti della storia geologica moderna australiana troviamo un terremoto di magnitudo 6.3 presso Collier Bay, il 10 Agosto 1997, anche se quello in assoluto più forte risale all’ormai lontano 1897, quando nei pressi di Beachport, nel sud-est del paese, si verificò una scossa pari ad una magnitudo di 6.5, la quale causò il caos nella vicina città di Kingston con effetti anche ad Adelaide. Fonte.

 

 Terremoti in aumento di più del 60% negli ultimi 11 anni. Perchè?

Aumento della popolazione mondiale, maggiore distribuzione della popolazione, incremento della rete di monitoraggio sismico, tutto verissimo ma qualcosa non quadra. Può tutto ciò giustificare un aumento di più del 60% nel numero dei terremoti significativi rilevati nel corso degli ultimi anni? Secondo noi no! Per terremoti significativi intendiamo i terremoti forti, con magnitudo superiore al 5.0. Abbiamo preso in esame gli ultimi 11 anni, dal 2000 al 2011 con riferimento alle fasce di magnitudo 5.0/5.9; 6.0/6.9: 7.0/7.9; 8.0/9.9, i risultati parlano da soli. Sui grandi eventi la tendenza non è evidenziata, i terremoti per cosi dire eccezionali non sembrano in aumento, ma se scendiamo di magnitudo c’è un segnale preoccupante.

In particolar modo le fasce tra 5.0/5.9 e 6.0/6.9 mostrano un aumento quasi costante nel numero dei terremoti a partire dall’anno 2000 con un aumento di quasi il 60% per i terremoti di magnitudo compresa tra 5.0 e 5.9 ed un aumento del 78% per i terremoti di magnitudo compresa tra 6.0 e 6.9.

Picchi medi nell’anno 2007 per entrambe le sequenze ma il record è sempre del 2011. Tra l’altro se andiamo ad esaminare le localizzazioni dei terremoti ci accorgiamo anche di un’altra cosa. Sono in aumento in particolare i sismi localizzati lungo faglie che non si ritenevano pericolose o lungo linee di frattura che erano del tutto sconosciute. Se esaminiamo l’energia sprigionata l’aumento è addirittura esponenziale.

L’aumento della popolazione mondiale e la sua distribuzione possono essere in qualche modo chiamati in causa così come anche la maggiore distribuzione areale della rete di monitoraggio sismico ma solo se andiamo a guardare gli eventi registrati negli ultimi 100 anni, nell’ultimo decennio questi parametri sono aumentati in modo davvero poco apprezzabile per giustificare una tale tendenza.

Allora cosa sta succedendo? Il pianeta Terra sta subendo una trasformazione? Dobbiamo aspettarci un ulteriore incremento dei terremoti nei prossimi anni? Le teorie si sprecano e non sta a noi abbracciarne una piuttosto che un’altra. Ci limitiamo solo ad evidenziare una “strana” tendenza….le considerazioni le lasciamo a chi ci legge.

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La placca sudmaricana in balia dei terremoti – Messico e Cile continuano a ballare – Perchè questo aumento dei terremoti su tutto il pianeta?ultima modifica: 2012-03-24T17:03:00+01:00da kattolika177
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