Mandare astronauti nello spazio è pericoloso e troppo costoso? Allora mandiamoci i robot!

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Non smetteremo mai di chiederci se siamo soli nell’universo e se esistono altre forme di vita. E non smetteremo mai di chiederci cosa c’è dietro quel 96% dell’universo che ancora non conosciamo. John D. Mathews, professore di ingegneria elettrica presso l’Università Penn State, USA, pensa che dei robot potrebbero fare tutto il “lavoro sporco”, cercando forme di vita extraterrestri ed esplorando il cosmo al posto nostro.

Lo studioso ritiene che degli exobot, robot auto replicanti e autonomi, potrebbero, oltre a captare segnali di altri esseri, anche pulire il cosmo dai detriti spaziali. Mathews afferma che con l’ausilio delle macchine l’esplorazione dello spazio, così come della cinta di asteroidi, sarebbe conveniente in termini di costi e di tempi e sicuramente non pericolosa per gli esseri umani. Viaggiare e fare ricerca nello spazio è sicuramente molto dispendioso e richiede vaste risorse economiche. Mathews ritiene i robot potrebbero arrivare in zone del cosmo che gli uomini non sono in grado di raggiungere. Per ammortizzare i costi, i primi exobot potrebbero essere costruiti sulla Luna per utilizzare le risorse lunari e l’assenza di gravità.

I robot sarebbero in grado di riconoscersi tra loro e di identificare un loro simile ovunque si trovi nello spazio. Grazie al loro utilizzo sarebbe più semplice individuare detriti cosmici vicino l’orbita terrestre: potrebbero addirittura riciclarli. Gli exobot viaggerebbero nello spazio usando le risorse che, di volta in volta, troverebbero per continuare la loro missione. Insomma, se davvero esistono degli alieni, lì da qualche parte nell’Universo conosciuto e sconosciuto, questa potrebbe essere una soluzione per scovarli.

 

Robonauts – I Robot operai della Nasa

 

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Qualcosa del genere è già in uso dalla Nasa, non tanto per l’esplorazione dello spazio, ma per la manutenzione delle strutture spaziali esistenti. Infatti è finalmente pronto a lavorare a fianco degli astronauti, il primo robot umanoide mai salito a bordo della Stasione Spaziale Internazionale. Oltre ad essere un valido aiuto a bordo, Robonaut (o R2 per gli amici) potrebbe diventare il simbolo di una nuova pagina dell’esplorazione spaziale.

Arrivato sulla Stazione Spaziale il 24 febbraio 2011 e ”spacchettato” dall’astronauta europeo Paolo Nespoli, Robonaut è adesso operativo. E’ destinato a diventare un abitante permanente della stazione orbitale, per aiutare gli astronauti e assisterli in compiti semplici, ripetitivi o potenzialmente pericolosi, come le passeggiate spaziali.

Per uno dei papà di R2, Nic Radford che lavora al progetto Robonaut presso il Johnson Space Center della Nasa, il primo robot umanoide ”Inaugura un nuovo paradigma” perchè ”questa tecnologia può potenzialmente cambiare il modo in cui esploriamo il Sistema Solare”. Dotato di ‘mani’ che funzionano come le mani umane, cha hanno cioè la stessa abilità di maneggiare gli strumenti, Robonaut è stato realizzato da Nasa e General Motors.

Pesante tre quintali e alto circa un metro dalla vita in su, R2 non ha gambe: è stato progettato per lavorare in assenza di gravita’ e non ne ha bisogno. Ha invece mani straordinarie, con dita flessibili capaci di stringere con delicatezza la mano di un uomo come di afferrare saldamente oggetti pesanti e massicci.  Ha una tuta bianca di un materiale spesso ed elastico e sul torace ci sono i nomi dei suoi costruttori e il distintivo della missione Expedition 26, la stessa alla quale ha partecipato Nespoli.

La testa è un casco dorato con una specie di schermo dietro al quale si nascondono due telecamere che gli danno una visione stereo, simile a quella umana; la bocca è’ una camera a infrarossi che lo aiuta a percepire le distanze.

Mandare astronauti nello spazio è pericoloso e troppo costoso? Allora mandiamoci i robot!ultima modifica: 2012-05-04T17:17:00+02:00da kattolika177
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