Essere troppo perfezionisti può mettere a rischio la salute

perfezionismo.jpgIl perfezionismo fa male alla salute. Siamo soliti pretendere troppo da noi stessi e dagli altri? Una cosa non è mai fatta troppo bene e solo noi sappiamo farla come si deve? Attenzione a non cadere nella trappola del perfezionismo perché può nuocere seriamente alla salute, sia fisica che mentale.

Tutti quanti abbiamo conosciuto o conosciamo qualcuno che ritiene che un qualcosa non sia mai fatto “come si deve”. Spesso, poi, siamo proprio noi stessi a essere così. E, quando è così, si riesce a trovare un difetto in tutto. Si è tutta una critica: che si tratti di lavoro, ma anche di attività di svago o prodotti, casa, cucina, relazioni… Insomma, non ci si riesce a rendersi conto che nessuno è perfetto – nemmeno noi.

I ricercatori canadesi dell’Università di Toronto mettono in guardia tutti coloro che hanno manie di perfezionismo dai danni che possono recare non solo alle relazioni interpersonali, ma anche alla propria salute. Tra i tanti disturbi “da perfezionismo”, i ricercatori citano problemi a livello fisico, disturbi alimentari, rabbia, stress elevato, ansia, depressione, dolori… e così via.

Spesso, spiegano gli esperti, queste persone confondono il professionalizzare con il personalizzare, soprattutto in ambito lavorativo. Per cui se un qualcosa non rientra in quelli che sono i loro parametri, non è fatta bene. Ma, come detto, c’è differenza tra un lavoro professionalmente eccellente e un lavoro personalmente ritenuto eccellente.

Partendo dunque dal concetto che niente e nessuno è perfetto, in questi casi dovremmo tutti quanti imparare anche a porci – e porre – degli obiettivi più realistici e, infine, sani. Sì, sani, perché spesso pur di raggiungere un determinato scopo si chiede troppo anche da se stessi, e così la “competizione” diviene malsana.

È anche importante imparare a discernere cosa sia davvero importante, sottolineano gli scienziati. Se un qualcosa vale davvero la pena – se, insomma, il gioco vale la candela. Oltre a ciò, spiegano ancora gli esperti, è necessario considerare gli errori per quello che sono: non è possibile non compierne mai e, da questi, si può imparare. Gli errori diventano quindi preziosi e non un qualcosa da aborrire tout-court.

Il segreto, può essere celato anche in questi piccoli cambi di prospettiva: ciò che consideriamo negativo può dunque essere visto come positivo, costruttivo. Impariamo a rilassarci, a prendere fiato e vivere il momento presente: il futuro arriverà comunque, ed è inutile preoccuparci prima. Facciamo quello che possiamo, senza pretendere l’impossibile: potremo scoprire con nostro grande sollievo che, alla fine, nulla è impossibile. [Fonte].

 

Quando il perfezionismo diventa un disturbo

Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità è un disturbo di personalità caratterizzato da: preoccupazione per l’ordine e per le regole, perfezionismo, difficoltà a portare a termine i propri compiti, riluttanza a delegare ed a cooperare, testardaggine, rigidità su questioni di etica e di moralità, difficoltà a manifestare le proprie emozioni, bisogno di controllo nel lavoro e nelle relazioni interpersonali.

Tali aspetti sono riscontrabili in un gran numero di persone per le quali, tuttavia, non è possibile affermare la presenza del disturbo, in quanto essi possono rivelarsi particolarmente utili e funzionali in numerose aree della vita; solo quando si verifica che tali aspetti interferiscono con la capacità di lavorare e di sviluppare relazioni intime, allora è opportuno diagnosticare la presenza di un disturbo ossessivo-compulsivo di personalità. 

I pazienti che presentano un disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, presentano comportamenti coerenti con le seguenti caratteristiche:

ferma applicazione delle regole e dei principi in cui credono, adesione alle convenzioni sociali, scrupolosità e coscienziosità in materia di moralità e di etica;

rigida organizzazione della vita quotidiana; dedizione eccessiva al lavoro, occupano gran parte del tempo in attività produttive, al punto da escludere i momenti di svago e le amicizie;

perfezionismo, che interferisce con la capacità di prendere decisioni e di portare a termine le attività programmate;

elaborazione di schemi, liste, programmi e gerarchie relativi allo svolgimento di un compito;

accumulo di oggetti consumati o di nessun valore;

avarizia e mancanza di generosità, in quanto considerano il denaro come qualcosa da accumulare in vista di catastrofi future;

comportamenti interpersonali formali, educati e corretti;

comportamento giudicante, critico, controllante e punitivo nei confronti di coloro con cui entrano in relazione;

comportamento compiacente e fintamente ossequioso nei confronti di figure che percepiscono come autorevoli;

riluttanza a delegare lo svolgimento dei compiti e scarsa collaborazione nei gruppi di lavoro e, infine, insistenza nel pretendere che i subordinati aderiscano ai ruoli ed ai metodi che essi stabiliscono. 

Dal punto di vista emotivo, invece, presentano una notevole difficoltà ad esprimere i propri stati d’animo ed a manifestare emozioni di calore e di premura verso gli altri; nello stesso tempo, essi mostrano una fondamentale tendenza a trattenere i propri sentimenti aggressivi, nonché qualunque indicazione sui propri interessi personali, dedicando tutti i loro sforzi per andare incontro ai desideri altrui.

Ad ogni modo, le emozioni da loro maggiormente sperimentate sono: l’ansia relativa all’eventualità che si verifichino catastrofi future; la paura di essere disapprovati e giudicati negativamente; la rabbia e l’ostilità verso gli altri, legate all’impossibilità di esprimere le proprie emozioni ed i propri pensieri. Appaiono, inoltre, profondamente rigidi e testardi, al punto da rimanere inflessibilmente ancorati alle proprie convinzioni, riluttanti a considerare il punto di vista altrui e ad accettare idee diverse dalle proprie. 

I pensieri tipici che attraversano la mente di questi pazienti sono: “Ci sono comportamenti, decisioni ed emozioni giuste e sbagliate”; “Sbagliare significa aver fallito, essere meritevoli di critica”; “Fallire è intollerabile”; “La gente dovrebbe fare meglio, mettercela tutta”; “So qual é la cosa migliore da fare”; “I dettagli sono essenziali”; “Devo controllare perfettamente il mio ambiente, così come me stesso; la perdita di controllo è intollerabile e pericolosa”; “Senza le mie regole crollerò”. [Fonte].

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Essere troppo perfezionisti può mettere a rischio la saluteultima modifica: 2012-12-11T21:37:50+01:00da admin
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