Una stampante 3D per creare una base lunare: progetto italiano

base-lunare-stampante-3d-01.jpgLe stampanti tridimensionali sembrano essere l’ultima frontiera tecnologica che consentirà all’umanità di espandere le proprie attività nello spazio, per poi, finalmente, colonizzarlo. Infatti, la creazione di habitat spaziali risulta molto più semplice ed economica se si costruiscono i moduli necessari direttamente in loco.

Stavolta è l’ESA a prospettare l’uso di questa tecnica per l’esplorazione spaziale e la creazione di una base sul suolo lunare. Ad essere coinvolta nel progetto è l’Alta S.p.A., un’azienda spin-off tutta italiana nata dal seno dell’Università di Pisa.

“Le nuove possibilità offerte da quest’applicazione possono essere considerate dalle agenzie spaziali internazionali come parte attuale dello sviluppo di un’esplorazione comune”, ha dichiarato Scott Hovland, della squadra di volo spaziale umano dell’ESA. “La stampa 3D offre un potenziale mezzo per facilitare la costruzione sulla Luna, con una ridotta logistica dalla Terra”. 

Alta S.p.A. è un’impresa indipendente attiva nel settore della Propulsione Aerospaziale e Tecnologia avanzata, nata nel 1999 come spin-off dell’Università di Pisa per commercializzare un patrimonio di oltre 30 anni di attività nel settore della propulsione elettrica (EP). Ad essa è toccato il compito di adattare le tecniche di stampa in 3D per la creazione di una base lunare e garantire il controllo di qualità dell’intero processo costruttivo.

Come ha spiegato Giovanni Cesaretti di Alta nell’articolo pubblicato dall’Esa, la difficoltà maggiore era quella di garantire il funzionamento dell’apparecchiatura in assenza di atmosfera. Grazie al loro contributo, il processo di stampa può ora operare nel vuoto.

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Tra i partner industriali ad essere coinvolti nel progetto ci sono anche i rinomati architetti della londinese Foster and Partners, i quali già si erano interessati alle stampanti 3D per l’utilizzo terrestre. Gli architetti inglesi hanno messo a punto una innovativa cupola realizzata con una struttura cellulare in grado di proteggere l’habitat dalle micrometeoriti e dalle radiazioni cosmiche, e che include anche un riparo gonfiabile per gli astronauti. La struttura interna della cupola ricorda quella delle ossa degli uccelli, leggere e resistenti.

“Nella nostra attività siamo abituati a progettare strutture per climi astremi qui sulla Terra, sfruttando i benefici ambientali dei materiali locali”, ha spiegato Xavier De Kestelier del Gruppo Foster + Partners Specialist Modelling. “Il nostro modulo lunare segue una logica simile.”

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Un altro contributo viene dalla Monolite, un’azienda inglese fondata dall’italiano Enrico Dini, un ingegnere toscano inventore del D-Shape, un dispositivo di stampa 3D capace di creare forme libere di qualsiasi dimensione e forma.

“In primo luogo, abbiamo bisogno di mescolare il materiale lunare con ossido di magnesio. Con questa miscela, che utilizziamo come “carta”, siamo in grado di stampare”, spiega lo stesso Dini. “L’inchiostro è un sale vincolante che converte la miscela in un materiale solido come la pietra. Attualmente, la nostra stampante costruisce ad una velocità di circa 2 metri per ora. La prossima generazione di stampanti dovrebbe raggiungere i 3,5 metri per ora, completando un intero edificio in una settimana”. [Immagini: ESA].

Una stampante 3D per creare una base lunare: progetto italianoultima modifica: 2013-02-01T18:06:43+01:00da admin
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