Le esercitazioni si concluderanno il 31 agosto, mobilitando, nell’ambito di una simulazione di scenari assistita da computer, 56.000 soldati sudcoreani e 30.000 americani, di cui 3.000 provenienti da basi Usa e altri siti nell’area del Pacifico.
«Ulchi Freedom Guardian è un’esercitazione fondamentale per rafforzare la prontezza della Repubblica di Corea e delle forze Usa», ha commentato in una nota il generale James D. Thurman, comandante delle forze Usa in Corea. «Le manovre si basano su scenari realistici che ci permetteranno di provare i compiti essenziali di risposta nell’ottica di una gestione unitaria».
La Corea del Nord ha bollato l’iniziativa come «preludio di una guerra». I nordcoreani hanno a lungo contestato le manovre congiunte, assicurando una «risposta decisa in qualsiasi momento». Le due Coree sono tecnicamente in guerra visto che il conflitto del 1950-53 si è concluso con un armistizio. In verità, le manovre miliatari UFG cadono in una fase in cui le tensioni più che con Pyongyang sono esplose con il Giappone sulla questione della sovranità delle Dokdo/Takeshima, alcune le isole contese nel mar del Giappone.
La questione delle Isole Dokdo – Takeshima
Per l’occasione è stata eretta una lastra simbolo di difesa dell’isola, per esprimere che la Corea del Sud ne possiede la sovranità. Nel suo intervento, il ministro della pubblica amministrazione e della sicurezza sudcoreano Maeng Hyung Kyu ha affermato che questa lastra si fa carico delle speranze del popolo sudcoreano, simboleggia che il paese possiede la sovranità dell’isola Dokdo, e diventerà il sostegno spirituale della difesa dell’isola.
Per tutta risposta il Giappone ha richiamato il suo ambasciatore a Seoul e ha espresso a sua volta le proteste all’ambasciatore coreano a Tokyo. Inoltre, il governo giapponese ha in programma di riunirsi il 21 agosto per discutere la questione. Lo ha annunciato il 20 agosto il capo di gabinetto Osamu Fujimura, in quella che si profila come l’occasione per una “risposta” alla visita fatta alle isole dal presidente sudcoreano Lee Myung-bak. Giappone e Corea del Sud sono legate da rapporti economici molto stretti e dal fronte comune contro la Corea del Nord e il suo arsenale atomico, considerato una minaccia per tutta la regione. Tuttavia, permangono contrasti che affondano le radici nella storia e ancora oggi influenzano in modo decisivo le relazioni.
Oltre alla questione delle Isole Dokdo – Takeshima, il governo Giapponese si vede impegnato anche su un altro fronte diplomatico con la Cina che potrebbe degenerare nello scontro militare. La crisi è legata sempre ad un gruppo di isole, le Senkaku, che si trovano sotto il controllo di Tokyo e che sono ritenute da Pechino propri territori illegittimamente occupati. L’ampio coinvolgimento di molti tra i maggiori paesi del Sol Levante, dà più l’idea di un regolamento di conti, che non di una crisi diplomatica.
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