Sospetti: e se l’uragano Sandy fosse stato creato artificialmente o manipolato ad arte? La frontiera della Geoingegneria Climatica

sandy-frankestorm-01.gifStrane voci girano sul conto di Sandy, l’uragano definito “frankestorm” che ha spazzato gli Stati Uniti alcuni giorni fa. Secondo alcuni “maestri del sospetto” ci sarebbero alcuni indizi che proverebbero un intervento umano sul quella che è stata valutata come una delle tempeste più potenti di sempre.

Come ci hanno spiegato gli specialisti, Sandy è il risultato dell’unione di una perturbazione generatasi nell’Oceano Atlantico e di una forte immissione di aria polare. Il mix esplosivo ha generato i danni che tutti abbiamo visto. E’ possibile che qualcuno abbia “aiutato” la tempesta tropicale ad incontrarsi con il vento polare?

Nelle immagini del satellite MIMIC, apparirebbe in maniera abbastanza chiara che la tempesta tropicale voglia continuare il suo viaggio sulla rotta Nord-Est. Eppure, tra il 27 e il 28 ottobre 2012, una strana striscia energetica (in alto a destra) sembra ostacolare il naturale percorso della tempesta, tanto da cominciare a spingerla verso Ovest, direttamente sulle coste degli Stati Uniti, in particolare su New York.

La strana striscia che compare nelle immagini, dipinta di rosso a causa della sua alta temperatura, sparisce quasi improvvisamente, dando l’impressione di uno “spegnimento”.

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Secondo la testimonianza di un utente di youtube, Watershed44, durante la comparsa della striscia energetica, era possibile ascoltare con una Radio ad Onde Corte un particolarissimo rumore di fondo che sembravano essere la firma di una qualche emissione energetica particolarmente intensa. Naturalmente, il fatto che questa striscia energetica possa aver influito sull’andamento di Sandy è tutto da discutere. Ma l’uomo è veramente in grado di manipolare e influenzare il clima terrestre? E perchè mai dovrebbe farlo?

 

Il famigerato sistema HAARP

Haarp è un programma di ricerca nato per studiare le proprietà della ionosfera e le avanzate tecnologie nelle comunicazioni radio applicabili nel campo della difesa. Il termine HAARP indica l’acronimo di High-frequency Active Auroral Research Project: Programma di Ricerca Aurorale Attivo ad Alta frequenza. E’ un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense (DoD), coordinato dalla Marina e dall’Aviazione e considerato il nucleo del programma “Guerre Stellari” avviato sotto le amministrazioni Regan–Bush negli anni ’80.

haarp-gekona-alaska-01.jpgHAARP ha sede a Gakona, Alaska, ed è costituito fondamentalmente da 180 piloni di alluminio alti 22 metri. Su ogni pilone sono state installate doppie antenne a dipoli incrociati, una coppia per la banda bassa l’altra per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km grazie alla loro potenza. Queste onde sarebbero indirizzabili verso zone strategiche del pianeta, sia atmosferiche che terrestri.

Ufficialmente lo scopo del centro di ricerche HAARP è quello di studiare le proprietà di risonanza della Terra e dell’atmosfera: gli stessi fenomeni studiati da Nikola Tesla cento anni prima in Colorado. Secondo il  sito ufficiale, HAARP può essere utilizzato “per provocare un cambiamento nella temperatura della ionosfera minimo e localizzato, cosicché le risultanti reazioni fisiche possano essere studiate da altri strumenti piazzati nello stesso sito o nei pressi di HAARP”.

La federazione Scienziati Americani ha ammesso un uso militare di HAARP solo per scopi di ricognizione e non distruttivi. Modulando i segnali in frequenze bassissime, cioè onde ELF o VLF, si potrebbe “vedere ciò che succede nel sottosuolo, individuando bunker, silos di missili, e altre installazioni sotterranee di Stati avversi”.

Quindi, ufficialmente, gli scopi di HAARP sono: lo studio della ionosfera (essendo composta da particelle cariche, ioni, possiede la proprietà di riflettere verso terra le onde hertziane) per migliorare le telecomunicazioni; lo sviluppo di nuove tecniche radar, che permettano agevoli comunicazioni con i sottomarini e rendano possibili radiografie di terreni, in modo da rilevare armi od attrezzature a decine di km di profondità.

Apparentemente, quindi, HAARP è un innocuo centro di ricerche con potenzialità applicabili nella difesa nazionale. Tuttavia, tutti gli usi possibili di HAARP non dichiarati (che possono essere messi in pratica nei diversi campi militari: aeronautica, esercito, marina, ecc.), sono allarmanti.

Dietro HAARP potrebbe celarsi la sperimentazione di una tecnologia avanzata di irradiamento a radio-onde. Una tecnologia simile sarebbe in grado di alzare e scaldare vaste zone della ionosfera immettendo elevate quantità di energia; far rimbalzare onde elettromagnetiche, capaci di penetrare qualsiasi cosa vivente e/o morta, indietro su determinate località della Terra.

Questo tipo di stimolazione causerebbe modificazioni molecolari della ionosfera, le quali porterebbero a devastanti conseguenze sul clima delle regioni colpite. In poche parole, HAARP, essendo in grado di provocare intenzionali cambiamenti climatici, potrebbe essere utilizzato come arma militare. Inoltre, le onde riflesse sulla superficie terrestre, a causa della loro elevata intensità e capacità di penetrazione, sarebbero in grado di manipolare e disgregare i processi mentali umani.

Secondo alcuni scienziati, gli effetti dell’uso sconsiderato di questi livelli di energia nella ionosfera, il nostro schermo naturale, potrebbe essere devastante. Iniettando un’ingente quantità di particelle nella ionosfera, è possibile alterare in maniera irrimediabile l’equilibrio protettivo della Terra, causando una caotica instabilità che potrebbe dare inizio ad una catena di effetti collaterali come ad esempio la distruzione totale dello strato di ozono. Ciò che preoccupa maggiormente è dovuto al fatto che si può prevedere con certezza come la Terra potrà reagire a questo eccesso di radiazioni. [Fonte].

 

L’intervento del gen. Fabio Mini

fabio-mini-01.jpgFantasie di menti complottiste. Ad alimentare il sospetto c’è un articolo scritto da un militare italiano, il gen. Fabio Mini, comparso sul numero 6 della rivista Limes del 23 novembre 2007 . Il generale Fabio Mini, già comandante della forza Nato in Kosovo, decorato nell’ottobre 2004 con la Legion of Merit dagli USA, scrive del sistema militare statunitense HAARP di manipolazione ionosferica, nell’articolo “Owning the weather:impadronirsi del clima”.

 

“La guerra ambientale globale è già cominciata […] Si distrugge la natura per annientare il nemico […] e se stessi. […] Uno dei più moderni programmi di ricerca militare di questi ultimi tempi si chiama proprio “Owning the weather in 2025“, impadronirsi del clima entro il 2025, data entro la quale si ritiene di riuscire a possedere il tempo metereologico, e quindi il clima, aumentando le proprie capacità d’intervento militare. […]

Nessuno crede più che un terremoto, un’inondazione, uno tsunami o un uragano siano soltanto fenomeni naturali […] Armi ad onde elettromagnetiche capaci di provocare alterazioni della ionosfera, delle fasce di Van Allen e dello strato di ozono, nonché terremoti, maremoti, surriscaldamento e raffreddamento di masse gassose, liquide e solide e quindi di indurre e pilotare cataclismi atmosferici fino a determinare variazioni climatiche permanenti.

Tutti sanno che gli Stati Uniti da decenni finanziano un progetto di trasmissione di onde ad alta frequenza in corrispondenza della fascia elettromagnetica terrestre. Il progetto denominato HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) è finanziato dal Pentagono a titolo di studio. Ma tutti sanno che il Pentagono non spreca soldi se non ha un interesse militare. […] Lo scopo è quello d’interferire con la ionosfera. […] Le emissioni dei trasmettitori di HAARP, che avvengono quasi regolarmente in quattro periodi dell’anno, sono in grado di inviare nella ionosfera raggi di potenza superiore al gigawatt.”

Esiste anche un’intervista rilasciata nel 2008 dallo stesso generale a Radio Base, un emittente radiofonica veneta. E’ possibile ascoltare l’intervista, o leggerne la trascrizione, a questo indirizzo. Sostanzialmente, il generale Mini conferma, spiega e approfondisce quello che già aveva scritto nel suo articolo su Limes.

 

E la questione delle scie chimiche?

scie-chimiche.jpgAltra questione molto in voga sul web è quella delle scie chimiche. La teoria del complotto sulle scie chimiche (inglese: chemtrails conspiracy theory) sostiene che alcune scie di condensazione visibili nell’atmosfera terrestre siano composte da agenti biologici o chimici, spruzzati in volo attraverso ipotetiche apparecchiature montate sui velivoli. Secondo la teoria, l’operazione farebbe parte di un complotto globale portato avanti da autori misteriosi per motivi sconosciuti; a tal riguardo sono state avanzate le ipotesi più diverse, la più comune delle quali è quella secondo cui si tratterebbe di un “piano” di irrorazioni con sostanze clima-alteranti. [Wikipedia].

Anche in questo caso, si tratta di fantasie complottiste di gente che vuole vedere a tutti i costi una cospirazione? In verità, secondo un articolo apparso sul sito di Focus, esperimento di “Irrorazione” dell’atmosfera con agenti chimici, sarebbero già stati proposti e, alcuni di questi, già in corso. E’ la nuova disciplina del secolo che si chiama Geoingegneria Climatica.

 

Ecco cosa scrive Focus:

Può uno spray essere la soluzione ai problem di surriscaldamento del nostro pianeta? Secondo David Keith e James Anderson, due ingegneri di Harvard, sì. I due si stanno infatti preparando a spruzzare nell’atmosfera uno speciale composto chimico che dovrebbe riflettere i raggi solari prima che si arrivino sulla Terra, contribuendo così a ridurne la temperatura. 

 

L’aerosol che fa bene al pianeta. Forse

Keith e Anderson condurranno il loro curioso esperimento irrorando l’aria sopra Fort Sumner, nel New Mexico (USA) con un aerosol a base di fosfati spruzzati da uno speciale pallone a 20.000 metri di quota. La loro idea è quella di replicare l’effetto di raffreddamento provocato dalle grandi eruzioni vulcaniche, che eruttando ceneri e detriti negli strati più alti dell’atmosfera, impediscono ai raggi solari di raggiungere il suolo facendone così abbassare la temperatura. Il test, che dovrebbe aver luogo entro i prossimi 12 mesi, sarà condotto da un ente di ricerca sulla geo-ingegneria finanziato con diversi milioni di dollari da Bill Gates, il fondatore della Microsoft. 

 

Giù le mani dal clima

Ma un esperimento del genere non sarà pericoloso? In effetti il mondo scientifico è piuttosto perplesso: gli esperti sostengono che le conseguenze di una simile procedura sono difficilmente prevedibili e potrebbero compromettere pesantemente il ciclo dell’acqua e la produzione di cibo. E secondo i gruppi ambientalisti, se avesse successo, sarebbe anche peggio perchè ridurrebbe l’impegno di governi e organismi sovrannazionali nella riduzione delle emissioni di CO2.

«Il test sarà condotto direttamente nell’atmosfera perchè in laboratorio non è possibile ricreaere le complesse interazioni tra tutti gli elementi dell’ambiente reale» ha spiegato Anderson in una recente intervista al Guardian. «Questo test comunque non servirà a variare il clima ma solo a testare l’efficacia del processo». Uno dei punti più complessi sembra infatti la messa a punto di molecole di solfati della giusta dimensione. 

 

Meno pioggia per tutti

Ma i gruppi ambientalisti non ci stanno e chiedono alle autorità americane di non concedere le autorizzazioni per l’esperimento: sostengono infatti che i modelli messi a punto durante le eruzioni vulcaniche possano offrire al mondo accademico tutte le informazioni necessarie, senza ulteriori rischi. 

Uno studio della European Geoscience Union da poco pubblicato sostiene che la riduzione artificiale dell’irraggiamento del pianeta potrebbe ridurre del 20% le precipitazioni in Sud America del 15% in Europa e Asia. Keith e il suo collega son invece molto tranquilli: lo studio di fattibilità del loro esperimento commissionato qualche mese fa a un’azienda aerospaziale Americana ha dato esiti positivi. 

Lo scorso autunno il governo britannico ha vietato Spice (Stratospheric Particle Injection for Climate Engineering) un esperimento simile che prevedeva l’irrorazione dell’atmosfera con acqua: molte associazioni non governative hanno sonoramente protestato sostenendo che questo test era solo un cavallo di Troia per l’avvio su vasta scala di esperimenti di controllo del clima. [Fonte]. 

 

Lo studio dell’Air Force

Il controllo artificiale del clima da parte dei governi è in atto da molti anni, ma il progetto militare statunitense mira al controllo totale del clima entro la data del 2025. Non è più questione di ammettere o non ammettere l’esistenza delle scie chimiche, soffermarsi sugli aspetti dubitativi è a dir poco pleonastico e non aiuta. Il problema è serio ed urgente.

Piuttosto la questione si pone sotto l’aspetto della salute, della sicurezza e della libertà dei cittadini del mondo. Coloro che dalle alte sfere predicano salute, sicurezza e libertà, in realtà sono gli stessi che le tolgono. Bisogna saper distinguere la propaganda di Stato dai fatti reali.

Le operazioni di aerosol effettuate in quota da aerei militari camuffati da aviogetti di linea con costanza e metodo, rilasciano numerosi tipi di particelle (sembrano scie di condensa) capaci sia di modificare il clima, sia di viziare il ciclo produttivo-alimentare, compromettendo seriamente la salute dei cittadini. Bario, alluminio, quarzo, zolfo, polimeri e molte altre sostanze e materiali, comprese le nanotecnologie, finiscono quotidianamente in atmosfera, nel terreno, nelle acque, nel nostro organismo.

Lo studio condotto dalla Air Force, denominato ‘Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025‘, pone una base di ricerca e di evidenza scientifica al progetto. A pagina 16 si parla di agenti chimici in grado di forzare le precipitazioni in un dato territorio e di strategie vantaggiose nel rendere certe altre zone del pianeta aride. A pagina 21 si legge

“Developing countries also recognize the benefit of ionospheric modification: “in the early 1980’s, Brazil conducted an experiment to modify the ionosphere by chemical injection“. (I Paesi in via di sviluppo hanno constatato i vantaggi della modifica della ionosfera. Negli anni ’80 il Brasile ha condotto esperimenti di modifica della ionosfera attraverso iniezioni chimiche).

La dichiarazione, in questo caso, è assai generica, giacché non si fa riferimento al tipo di vantaggio e a chi possa giovarne, se non ai potenti speculatori. E ancora:

A number of methods have been explored or proposed to modify the ionosphere, including injection of chemical vapors and heating or charging via electromagnetic radiation or particle beams (such as ions, neutral particles, x-rays, MeV particles, and energetic electrons). It is important to note that many techniques to modify the upper atmosphere have been successfully demonstrated experimentally“. (Un certo numero di metodi sono stati esplorati o proposti per modificare la ionosfera, inclusa l’iniezione di vapori chimici e di riscaldamento o di ricarica tramite radiazioni elettromagnetiche o fasci di particelle (come gli ioni, particelle neutre, i raggi X, particelle MeV ed elettroni energetici). E’ importante notare come molte tecniche per modificare l’alta atmosfera siano già state dimostrate sperimentalmente, con successo”.

L’azione delle chemtrails si lega indissolubilmente al progetto HAARP, là dove sia necessario l’impiego di uno schermo elettroconduttore intorno al pianeta in grado di far riflettere le onde emesse dalle antenne sino a colpire un punto diametralmente opposto. Le scie chimiche garantiscono questa schermatura, le onde HAARP vi rimbalzano agevolmente fino a far vibrare la litosfera in un punto esatto dall’altra parte del pianeta, ciò è causa dei più recenti terremoti. Le tecnologie sono militari, gli scopi sono numerosi, le supposte necessità sono di varia natura e non certo filantropiche, i governi sanno e non dicono.

Sospetti: e se l’uragano Sandy fosse stato creato artificialmente o manipolato ad arte? La frontiera della Geoingegneria Climaticaultima modifica: 2012-11-11T09:47:00+01:00da admin
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