Quel salto tecnologico dell’Homo Erectus

homo-erectus.jpgNuovi ritrovamenti complicano il dibattito fra quanti ritengono che l’Homo erectus abbia avuto origine in Africa orientale e quanti sostengono un’origine asiatica. Homo erectus sarebbe stato in grado di fabbricare sofisticati utensili già 1,8 milioni anni fa, vale a dire almeno 300.000 anni prima di quanto si pensasse. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Nature, da un gruppo di paleoantropologi della Rutgers University e del Columbia University Lamont-Doherty Earth Observatory.

Homo erectus apparve circa 2 milioni di anni fa, andando a occupare vaste aree dell’Asia e dell’Africa. E proprio in Africa orientale si è ritenuto a lungo che si fosse evoluto, ma la scoperta nel 1990 di fossili altrettanto antichi in Georgia ha aperto la possibilità che esso abbia avuto origine in Asia.

I nuovi reperti complicano ulteriormente la situazione in quanto gli strumenti trovati accanto ai fossili georgiani del sito di Dmanisi sono piccoli strumenti da taglio e raschiatori che mostrano caratteristiche piuttosto semplici simili a quelle della cultura di Olduvai, mentre fra quelli rinvenuti nella regione occidentale del Turkana, in Kenya, vi sono asce, picconi e altri strumenti innovativi che gli antropologi chiamano di tipo “acheuleano”, che permettevano di macellare e smembrare un animale per mangiarlo.

Le abilità coinvolte nella produzione di uno strumento di questo tipo suggerisce fra l’altro che Homo erectus fosse in grado di un pensiero “anticipatorio“. “Gli strumenti acheuleani rappresentano un grande salto tecnologico“, ha osservato Dennis Kent, uno degli autori dello studio.

“Perché Homo erectus non avrebbe dovuto portare con sé questi strumenti con sé in Asia?” Gli strumenti analizzati provengono dal sito di Kokiselei, dove erano stati raccolti insieme a parte dei sedimenti immediatamente circostanti per poterne datare l’età.

La presenza nel sito di Kokiselei di entrambi i metodi di fabbricazione di utensili, osservano i ricercatori, potrebbe significare che Homo erectus e il suo cugino più primitivo Homo habilis potrebbero aver convissuto, ma essi si chiedono anche se Homo erectus possa essere migrato a Dmanisi, in Georgia, perdendo lungo la strada la tecnologia acheuleana. [Ecco il volto di una vera Hobbit!].

Nel corso del tempo diverse inondazioni della zona hanno lasciato dietro di sé strati di limo e argilla, che indurendosi hanno conservato nei granuli di magnetite presenti la direzione del campo magnetico terrestre dell’epoca. Confrontando i profili magnetici di questi campioni con quelli relativi ad altre formazioni stratigrafiche i ricercatori potuto far risalire i loro reperti a ben 1,76 milioni di anni fa.

“Avevamo il sospetto che Kokiselei fosse un sito molto antico, ma sono rimasto davvero sorpreso quando mi sono reso conto che i dati geologici hanno indicato che era il più vecchio sito acheuleano del mondo”, ha detto l’autore principale dello studio, Christopher Lepre. I più antichi strumenti acheuleani precedentemente identificati provenivano dal sito etiope di Konso, risalente a circa 1,4 milioni di anni fa, e da siti indiani di età compresa fra 1,5 milioni e 1 milione di anni fa.

Quel salto tecnologico dell’Homo Erectusultima modifica: 2012-12-15T11:22:00+01:00da kattolika177
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