Un gruppo di speleologi dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha effettuato la straordinaria esplorazione di una delle grotte più profonde del mondo.
La grotta, conosciuta come Krubera-Voronja, si trova in Abkhazia nel sud della Russia, vicino al Mar Nero ed è considerata l”Everest delle Grotte”.
La lunghezza totale delle sue gallerie sotterranee è pari a 12.232 metri e la sua profondità raggiunge i 2197 metri.
Gli speleologi hanno dovuto affrontare non poche difficoltà per realizzare la loro missione.
Calandosi negli abissi della grotta con le corde, hanno dovuto attraversare un complesso percorso determinato dalla presenza considerevole di acqua.
In alcuni casi, è stato necessario tuffarsi nelle acque gelide per completare il percorso previsto. Inoltre, un’alluvione improvvisa, ha costretto il team a rimanere isolati per circa 30 ore.
Gli speleologi, Boaz Langford, Leonid Fagin, Vladimir Buslov e Yuval Elmaliach, hanno svolto la missione esplorativa come parte di una delegazione internazionale organizzata dall’Associazione Speleologica Ucraina, composta da speleologi provenienti da nove paesi, tra cui Russia, Spagna, Gran Bretagna e Libano.
“L’esplorazione delle caverne è un’attività che richiede un grande lavoro di squadra, soprattutto in un complesso come quello di Krubera-Voronya“, racconta il prof. Amos Frumkin del dipartimento di Geografia dell’Università di Gerusalemme e capo della spedizione.
“Lo scopo principale della speleologia è prima di tutto capire la struttura delle grotte, il loro sistema idrico sotterraneo, lo sviluppo geologico e il clima antico esistente sulla Terra.
Nel caso di Krubera-Voronja, una delle domande questioni principali è stata quella di capire in che modo si è creata la grande profondità e se in passato fosse collegata con i livelli più bassi del Mar Nero”.
Una delle scoperte più interessanti è stata la stata quella di trovare una nuova specie di pesci che vive in acque a 2°C di temperatura, ad una profondità di circa 2000 metri.
“Le grotte sono uno degli ultimi posti al mondo dove è ancora possibile essere il primo uomo a calpestare un territorio inesplorato”, conclude Frumkin.