La roccia (grande più o meno come un pallone da calcio e battezzata “Jake Matijevic” in onore del capo ingegnere di Curiosity, deceduto quest’estate) è stata studiata usando due strumenti scientifici di cui è dotato il rover, l’Alpha Particle X-Ray Spectrometer (APXS) e lo strumento Chemistry and Camera (ChemCam).
Proprio questo aspetto della Jake Matijevic [Foto originale NASA] ha più stupito gli scienziati: sulla Terra, questo tipo di roccia deriva tipicamente dalla cristallizzazione di magma ricco di acqua, a pressioni elevate. “Avendo per ora un solo campione marziano è difficile dire se anche là questo tipo di roccia sia prodotta dagli stessi processi, ma quello è un buon punto di partenza per studiarla” conclude Stolper.
I dati ottenuti dalle prime analisi con la ChemCam sono stati così particolari che gli scienziati hanno voluto verificarli più volte: molti ciottoli e rocce più grandi sono ricche di potassio, sodio e rubidio. Questa è sicuramente una composizione inaspettata.
Nell’immagine sono segnate le due aree di studio: i punti rossi indicano dove la roccia è stata colpita dal laser della ChemCam di Curiosity, il 21 e il 24 settembre (sol 45 e 48). Le foto circolari più chiare sovrapposte in bianco e nero sono state riprese con la ChemCam. I cerchi viola indicano invece i punti ispezionati con lo spettrometro Alpha Particle X-ray.
Jake Matijevic è una strana roccia marziana”, ha detto Ralf Gellert della University of Guelph in Ontario, Canada. “E’ ad alto contenuto di elementi coerenti con i feldspati, povera di magnesio e ferro”. La ChemCam ha analizzato 14 diversi punti della roccia, trovando composizioni uniche per ciascuno.
Ma la domanda è, cosa c’è dentro a Jake Matijevic?
Rispetto alle precedenti rocce trovate su Marte, Jake Matijevic è a basso contenuto di ferro e magnesio ma ad alto contenuto di elementi come sodio, alluminio, silicio e potassio, che spesso rappresentano i feldspati. In percentuali più basse ha anche nikel e zinco. Questi risultati indicano la sua origine ignea o vulcanica.
La composizione di Jake è molto simile alle rocce magmatiche terrestri: potrebbe esseri formata ad una pressione di 1000 – 2000 bar, in profondità, probabilmente in una camera magmatica. Ora, tutta l’attenzione del team è rivolta alle operazioni di raccolta dei primi campioni di suolo marziano: nonostante lo stop imprevisto causato dal misterioso piccolo oggetto brillante apparso vicino a Curiosity nei giorni scorsi, poi giudicato innocuo, le attività del rover stanno procedendo al meglio e lasciano sperare in grandi risultati. [Fonte].
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