Cassini riprende le “cicatrici ghiacciate” di Encelado

encelado-1.jpgArriva dalla sonda Cassini questa spettacolare e dettagliatissima immagine della luna ghiacciata di Saturno.

Crepacci, promontori e getti di ghiaccio, acqua e materiali organici ci mostrano il volto di un mondo inquieto dove forse, sotto la crosta, potrebbero trovarsi perfino forme di vita.

È un fitto intrico di crinali e depressioni ghiacciate quello che ci appare la superficie di Encelado, la più enigmatica tra le lune di Saturno.

Questo panorama mozzafiato, ripreso dalla sonda Cassini il 31 gennaio del 2011,  è il risultato della tremenda forza di attrazione gravitazionale esercitata da Saturno che deforma il guscio esterno della luna, modellandolo in ripidi promontori che si stagliano al di sopra di profonde fratture.

La netta cicatrice scura che si vede sulla superficie di Encelado nella zona meridionale raggiunge in vari punti profondità anche di un chilometro e nel suo percorso taglia altre strutture morfologiche. Un indizio della sua relativa giovinezza. 

In contrasto, la regione butterata di crateri a nord viene interpretata come una superficie molto più antica che sinora sembrerebbe sfuggita al processo di rimodellamento visibile nelle zone circostanti.

Ma l’immagine di Encelado ci mostra quella che è la sua caratteristica più spettacolare: lungo parte del bordo meridionale, pennacchi di particelle ghiacciate mescolate a vapor d’acqua, sali e materiali organici vengono letteralmente sparati nello spazio a velocità superiori a 2000 chilometri all’ora.

La composizione chimica di questi pennacchi suggerisce che sotto la crosta ghiacciata di Encelado potrebbe celarsi un oceano liquido in grado addirittura di ospitare forme elementari di vita.

Encelado è il sesto satellite naturale di Saturno per dimensioni, e il quattordicesimo per distanza dal pianeta, circa 238.000 km dal centro cioè 180.000 km dal “bordo” della sua atmosfera.

encelado-2.jpgVenne scoperto nell’agosto 1789 da William Herschel e fino al 1980, quando venne sorvolato dalle sonde Voyager, se ne conoscevano solo i parametri orbitali; nel 1847 gli venne assegnato il nome, proposto da W. Herscel, del titano, figlio di Urano e Gea che venne fulminato da Zeus durante la guerra contro gli dei e che, secondo alcuni miti graci, venne seppellito da Atena sotto l’Etna.

La sonda Cassini a metà degli anni 2000 ha acquisito ulteriori dati che hanno risposto a molte delle domande aperte dalle sonde Voyager e ne hanno poste di nuove.

La Cassini ha effettuato diversi sorvoli ravvicinati nel 2005, rivelando dettagli della superficie e dell’ambiente.

In particolare la sonda ha scoperto un pennacchio ricco d’acqua che si erge nella regione polare sud. Questa scoperta, assieme alla presenza di fuoriuscite di calore interno e di pochi crateri da impatto nel polo sud, indica che Encelado è attualmente geologicamente attivo.

Nella foto, presa da una distanza di circa 14.000 chilometri da Encelado, si possono scorgere più di 30 getti, molti dei quali sono stati osservati per la prima volta.

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Queste vere e proprie “eruzioni di ghiaccio” provengono da fratture sulla superficie di Encelado prodotte dalle potentissime azioni mareali esercitate dalla forza di attrazione gravitazionale di Saturno.

Gli scienziati stanno studiando con grande interesse queste immagini per riuscire a determinare con precisione la quantità di acqua presente sotto la superficie di Encelado.

Le lune nei sistemi dei giganti gassosi sono spesso intrappolate in risonanze orbitali che comportano delle librazioni forzate o a eccentricità orbitali; la vicinanza con il pianeta madre può indurre inoltre il riscaldamento del satellite generato dalle forze mareali. [media.inaf.it].

Negli ultimi anni sono state effettuate scoperte eccezionali per la ricerca di forme di vita extraterrestri: pianeti extrasolari di taglia terrestre, che potrebbero ospitare l’acqua, molecole prebiologiche nel materiale cometario, indizi di vita presente o passata su Marte, ambienti straordinari sui satelliti Encelado e Titano.

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Cesare Guaita, in un precedente volume (Alla ricerca della vita nel Sistema Solare) rivendicava come altamente probabile l’esistenza di forme di vita extraterrestri basate sul carbonio, per la diffusione generalizzata dei due componenti fondamentali per la vita: il carbonio e l’acqua.

Nella sua ultima opera, I pianeti e la Vita: le ultime scoperte, l’autore fa il punto sulle scoperte più recenti, sulle metodologie che hanno permesso queste scoperte e sulle loro conseguenze.

E presenta in modo aggiornato e rigoroso le esplorazioni effettuate, più come un romanzo d’avventura che come una esplorazione scientifica, mostrando come la realtà superi talvolta la fantasia.

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La ricchezza di immagini è una delle caratteristiche del volume: una miniera di informazioni che ripete e migliora l’impostazione del volume che l’ha preceduto, di cui questo lavoro costituisce un indispensabile completamento.

Cassini riprende le “cicatrici ghiacciate” di Enceladoultima modifica: 2013-05-02T21:14:46+02:00da admin
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