Se la morte fa parte del ciclo naturale dei viventi – Destinati ad invecchiare e a morire: ogni cellula ha il suo timer

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Ogni singola cellula del nostro corpo è destinata a invecchiare e, prima o poi, a spegnersi. È la legge con la quale la natura ha marchiato a fuoco il Dna e in particolare i telomeri, la sezione terminale del cromosoma, da cui deriva il nome stesso. Queste sequenze funzionano come “clessidre” cellulari: a ogni ciclo di proliferazione della cellula i telomeri perdono un pezzettino, mano a mano che si accorciano la cellula invecchia, e quando il tempo li ha consumati significa che la cellula ha completato il suo ciclo vitale. Lo studio condotto dall’IFOM di Milano spiega che l’invecchiamento è il destino ineluttabile di ogni vivente. Gli autori hanno dimostrato che accorciarsi non è l’unica cosa che può accadere ai telomeri.

La salute di ogni cellula, sia essa giovane o vecchia, è legata al corretto funzionamento di una serie di meccanismi che assicurano l’ingresso all’interno della cellula di sostanze nutrienti e di ossigeno e provvedono contemporaneamente a smaltire i rifiuti. Questi meccanismi costituiscono il “ciclo cellulare”. È il ciclo cellulare a decidere quando la cellula è pronta per replicarsi, cioè per dividersi e originare due nuove cellule. E, al momento della replicazione, il DNA della cellula madre si sdoppia affinché le cellule figlie possano ereditare l’intero corredo genetico.

Il ciclo però si ferma quando la cellula diventa “anziana”: a quel punto lo sdoppiamento del DNA e il processo di replicazione si interrompono e la cellula, pur mantenendo in funzione i propri meccanismi metabolici, non è più in grado di moltiplicarsi.

Questo può essere un bene od un male. È un male, se la cellula che si ferma è una cellula sana che perciò diventa incapace di sostituire altre cellule: questo si pensa essere una delle cause dell’invecchiamento. Ma può anche essere un bene, se la cellula che si ferma è pre-tumorale perchè arrestandosi previene l’insorgenza di un tumore. Ed è proprio su questo affascinante dilemma che Fabrizio d’Adda di Fagagna, lo scienziato alla guida del programma IFOM “Telomeri e senescenza”, sta lavorando.

 

L’invecchiamento cellulare che ci protegge dal cancro

Ma la senescenza cellulare non è necessariamente un fenomeno svantaggioso. D’Adda di Fagagna ha recentemente scoperto che le cellule possono andare in senescenza e proteggerci dai tumori. La logica è intuitiva: se il tumore è una massa di cellule che proliferano all’impazzata, un fenomeno che le fa “invecchiare” e smettere di proliferare ci difenderà dall’insorgenza del tumore.

Il risultato, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, ha dimostrato che gli oncogeni, quei geni mutati che causano l’inizio del cancro, danneggiano il DNA quando si attivano. Le cellule rispondono entrando in senescenza, arrestando perciò il cancro alla sua insorgenza. Solo quando le cellule riescono a sorpassare il blocco indotto dalla senescenza allora il tumore si sviluppa.

La serie degli eventi ricostruita da d’Adda di Fagagna è perciò la seguente: quando si attiva un oncogene, la cellula è avviata a generare un tumore ma la senescenza cellulare la blocca, riconoscendo la presenza di DNA danneggiato dalla cellula. Questo previene il tumore. Solo se una ulteriore mutazione impedisce il mantenimento della senescenza cellulare allora il tumore si scatena. [Fonte]

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Se la morte fa parte del ciclo naturale dei viventi – Destinati ad invecchiare e a morire: ogni cellula ha il suo timerultima modifica: 2012-04-06T00:05:00+02:00da kattolika177
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