Crisi del Debito (ovvero Truffa del Debito) – La Grecia a un passo dall’uscita dall’Euro, l’Euro a un passo dall’uscita dalle nostre tasche – Scenari possibili, memorie Argentine e bancomat italiani senza banconote!

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Grecia peggio dell’Argentina. Fuga dei capitali come nel default

I capitali stanno lasciando l’Europa. Un fenomeno iniziato già nel 2008, alla vigilia del crollo della Lehman Brothers, ma che nell’ultimo anno ha subito un’accelerazione. In tutti gli Stati del Vecchio Continente, banche e imprese stanno rimpatriando i fondi e i conti correnti bancari dagli altri Paesi d’Europa verso il proprio Paese d’origine fuori dai confini comunitari. 

Fenomeno che alimenta i dubbi dei cittadini sulla tenuta finanziaria della propria nazione del Sud dell’Europa e che li spinge a chiudere i propri conti in banca e a trasferirli nelle più affidabili (ai loro occhi) Germania, Francia, Lussemburgo e Olanda. Dalla Grecia sono defluiti il 16% dei depositi bancari fra marzo 2011 e marzo 2012, in tutto il 30% dal 2009: più di quanto accadde in Argentina con il default nel 2003.

Secondo gli esperti, il fenomeno della rinazionalizzazione dei capitali colpisce la Germania quanto l’Italia, la Francia come la Spagna, ma le economie dei Paesi del cosiddetto ventre molle d’Europa ne soffrono più di Germania o Francia, perché hanno maggiore bisogno di capitali esteri per finanziare i propri debiti pubblici. Una rete vitale di liquidità che alimenta l’area monetaria e che via via si sta sfilando rallentando i pagamenti, soffocando le imprese e distruggendo i posti di lavoro.

Le due correnti, rimpatrio dei fondi e fuga dei capitali, viaggiano allo stesso tempo e sono alimentati da un timore comune: che l’euro un giorno potrebbe non esserci più. Sono proprio queste due correnti, però, che ne mettono in pericolo la sopravvivenza, ed è l’incertezza che ne deriva a sua volta alimenta i flussi perversi di capitale. [Libero].

 

L’uscita della Grecia dall’euro? Ecco come procedere

[Intervista a Bengt Dennis, ex governatore della Banca Centrale Svedese e consulente per East CapitalBankster D.o.C.]

illuminati,signoraggio,debito pubblico,nuovo ordine mondiale“L’uscita della Grecia dall’euro potrebbe avvenire in qualunque momento. La Nuova Dracma sarà introdotta al cambio di 1 euro ma sarà svalutata immediatamente del 40-80% in base all’iperreazione del tasso di cambio”. Il 17 giugno in Grecia si terranno nuove elezioni parlamentari. Questa volta l’insolvenza del paese sembra inevitabile. Bengt Dennis, ex governatore della Banca Centrale Svedese e consulente per East Capital, spiega che il passaggio “verrebbe deciso in un fine settimana. Verrebbero chiusi i bancomat e le cambiavalute. Su tutte le banconote in Euro sarebbe posto il timbro “Nuova Dracma” e solo quelle diventerebbero valuta legale. Tutti i depositi bancari verrebbero convertiti”. La soluzione? “Ritirare tutti i soldi e portarli all’estero”.

 

Chi deciderebbe in merito all’uscita della Grecia da Eurolandia?

“Nessuno vuole attribuirsi la colpa di buttare fuori la Grecia. Tuttavia, se la Grecia non si impegnerà a rispettare le condizioni del piano di aiuti concordato, l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale non concederanno altri finanziamenti. Pertanto l’unica alternativa sarebbe lasciare l’Eurozona e introdurre una nuova valuta nazionale”.

 

Quali sarebbero le linee guida su come intervenire?

“Ci sono diversi modi di intervenire, ma normalmente si adottano una serie di strumenti”.

 

Una nuova dracma?

“Non conosciamo ancora il nome della nuova valuta ma tutti parlano di una Nuova Dracma (ND). Più probabilmente, per ragioni pratiche, la Nuova Dracma sarà introdotta al cambio di 1 Euro ma sarà svalutata immediatamente del 40-80% in base all’iperreazione del tasso di cambio”.

 

Quando potrebbe accadere?

“L’intera Area Euro è vulnerabile in questo momento. Tutto può accadere. È probabile una corsa agli sportelli bancari, ma è difficile prevederne le tempistiche. Lo scenario di base è che l’uscita della Grecia non avverrà prima delle elezioni del 17 giugno”.

 

Come sarebbe gestito?

“Verrebbe deciso in un fine settimana. Molto probabilmente un lunedì e un martedì sarebbero dichiarati giorni festivi, forse un’intera settimana. Verrebbero chiusi anche bancomat e cambiavalute. Su tutte le banconote in Euro presenti nei bancomat sarebbe posto il timbro “Nuova Dracma”. Sarebbero aperti in tutto il paese uffici incaricati di apporre il timbro sulle banconote poiché gli Euro col timbro diventerebbero l’unica valuta legale. Tutti i depositi bancari verrebbero convertiti nella nuova valuta così come tutti i debiti. Per quel momento la Banca Centrale Greca avrà già ordinato all’estero di stampare le nuove banconote con la massima urgenza”.

 

E cosa accadrà alle banconote in Euro in circolazione?

“Non saranno più considerate valuta legale. L’esportazione sarà considerata un reato penale, nel weekend verrebbero  introdotti controlli sui cambi e sui capitali che potrebbero restare in vigore per un bel po’ di tempo”.

 

Ma devono esserci molte scappatoie….?

“…sì, ci sarebbe la tentazione di imbrogliare il sistema, tuttavia il numero di banconote che si può esportare in una valigia è limitato. Ma questo probabilmente sarà il problema minore. Il modo per proteggersi è di ritirare il proprio denaro dalle banche con ampio anticipo prima della chiusura e trasferire il denaro su un conto sicuro in una banca non greca all’estero”.

 

È legale il passaggio a una nuova valuta?

“Certamente. Ogni governo, con l’approvazione del Parlamento, è libero di introdurre una nuova valuta e di convertire tutte le attività e passività in una nuova valuta. Fanno eccezione le passività soggette al diritto estero. Inoltre, il governo greco molto probabilmente cercherà di ristrutturare il debito pubblico e le obbligazioni garantite dallo stato nel rispetto delle procedure dei Club di Parigi e Londra”.

 

È già avvenuto in passato il fallimento parziale di un’unione monetaria?

“Sì, ci sono numerosi esempi di fallimento parziale o totale. Tuttavia gli eventi del passato difficilmente danno utili indicazioni su come comportarsi nella situazione attuale”.

 

La Grecia resterà nell’UE?

“Sì, oggi è opinione condivisa che la Grecia continuerà a far parte dell’Unione Europea. Quindi farà parte del mercato internazionale e avrà accesso a determinati fondi. Tuttavia si interromperanno i finanziamenti provenienti dalla BCE”.

 

Il sistema bancario greco continuerà a funzionare?

“Tutte le banche falliranno e sarà necessaria una ricapitalizzazione. È possibile che alcune banche estere saranno operative prima”.

 

Quanto tempo richiederà la ripresa economica della Grecia?

“Alcuni settori, per esempio il turismo, riceveranno un impulso immediato grazie all’incremento di competitività determinato dalla svalutazione della valuta; per altri settori ci vorrà più tempo. Visto che il settore delle esportazioni è limitato, per rafforzare la bilancia commerciale sarà più importante sostituire le importazioni. Potrebbero volerci diversi anni affinché la Grecia riprenda a crescere in modo sostenibile. Il compito più difficile sarà contenere le pressioni inflazionistiche causate da un aumento dei prezzi all’importazione. Se il governo fallisce in questo intento verrà meno il vantaggio competitivo”.

 

Ci sono scenari alternativi?

“Sì, è possibile che il paese se la cavi alla bell’e meglio fino al prossimo anno. Ciò dipende dagli sviluppi politici in Grecia e dalla volontà del resto dell’Area Euro, sempre che l’FMI continui a fornire finanziamenti su base trimestrale. La Grecia potrebbe persino restare nell’Eurozona introducendo una valuta parallela per le operazioni locali. Tuttavia, questa valuta sarebbe probabilmente transitoria. Serviranno comunque aiuti esterni per ottemperare a determinati obblighi internazionali. Tuttavia l’FMI difficilmente invierà nuovi fondi alla Grecia poiché la sua esposizione nel paese è già estremamente alta”. [Affaritaliani].

 

Crisi (truffa): quanto sono a rischio i conti correnti italiani

[Intervista a Beppe Scienza su Cadoinpiedi]

Il nostro problema non è la Grecia. In Italia già due banche hanno bloccato gli accessi ai prelievi. Questo non accadeva dalla crisi dagli anni ’30. Oggi i conti correnti non sono più sicuri come un tempo. Un’uscita dall’Euro? Vorrebbe dire la fine della moneta unica. 

 

Le elezioni greche sembrano il bivio cruciale per la sopravvivenza dell’Euro. I conti correnti italiani sono a rischio?

Per i conti correnti italiani il problema non è tanto la Grecia o quello che succederà alle elezioni greche. Il problema è che in Italia il comportamento verso le banche è cambiato. Si è lasciato che finissero sull’orlo del fallimento alcune banche, bloccando anche i conti correnti. E’ successo sul finire del 2010 col banco Emiliano-Romagnolo, e pochi giorni fa con la banca Network. Banche piccole, d’accordo, ma quello che non era mai capitato in Italia (dagli anni ’30), ovvero trovarsi il proprio conto in banca bloccato, è avvenuto già due volte. 

Io credo che la possibile uscita della Grecia dall’Euro è un problema per i conti correnti in Grecia, non per quelli italiani o degli altri paesi. Però è vero, oggi, che i conti correnti non sono più sicuri come un tempo. La famosa frase “paga come un banchiere” non sembra più molto attuale. 

 

I conti deposito tanto pubblicizzati, dove gli italiani magari hanno qualche risparmio, sono a rischio?

I conti deposito sono conti correnti bancari, quindi sono soldi prestati a delle banche. C’è un fondo di tutela dei depositi, che copre fino a 100mila euro e che verrà probabilmente attivato per la banca Network. Ma se si teme un crack generalizzato del sistema bancario, qualche paura si può avere. 

E’ molto probabile che gli stati cercheranno in tutti i modi di impedire una catena di fallimenti delle banche, perché questo causerebbe un blocco dei pagamenti. Una catastrofe economica. In un certo senso è più sicuro avere dei titoli che dei soldi sul conto corrente, perché i soldi sul conto corrente sono soldi prestati alle banche. I titoli, invece, almeno in prima istanza sono del cliente, non sono della banca. 

 

Un’uscita dell’Italia dall’Euro se la immagina? E cosa significherebbe?

Un’uscita dell’Italia dall’Euro vorrebbe dire la fine della moneta unica. L’Italia è il terzo Stato più importante dell’Unione Europea. Poi gli eventi storici sono imprevedibili. Sembra tuttavia molto improbabile che si arrivi a tanto. Sembra molto improbabile che anche la Grecia esca dall’Euro, poiché l’uscita di un singolo Stato sarebbe già devastante per l’intero sistema monetario. Su questo tema, comunque, c’è una paura che hanno molti, ed è quella relativa ai mutui. C’è chi ha il mutuo in Euro e teme che un ritorno alla lira sarebbe insopportabile perché si prenderebbe lo stipendio in lire e si pagherebbe il mutuo in Euro. Beh, non è così. Se l’Italia uscisse dall’Euro anche i mutui verrebbero convertiti in lire. 

 

Qual è lo scenario peggiore che possiamo aspettarci?

L’insolvenza degli stati. Lo Stato italiano non paga più gli interessi nel rimborso dei titoli, lo stesso fa quello spagnolo, quello francese ecc. ecc. Le banche falliscono, le obbligazioni pure, l’Euro finisce e si torna alle monete di un tempo, o a nuove monete. Per gli europei sarebbe questo il quadro peggiore. Come ci si può difendere da questo? Trasformare i propri risparmi in banconote non dell’area dell’Euro. Cioè: prelevare dalla banca il proprio denaro, cambiare valuta (in franchi svizzeri, sterline britanniche, dollari americani o canadesi…) e tenere il tutto in cassette di sicurezza. Questa sarebbe da un crack. Tuttavia non credo si sia arrivati a questo punto. 

Crisi del Debito (ovvero Truffa del Debito) – La Grecia a un passo dall’uscita dall’Euro, l’Euro a un passo dall’uscita dalle nostre tasche – Scenari possibili, memorie Argentine e bancomat italiani senza banconote!ultima modifica: 2012-06-14T13:06:00+02:00da kattolika177
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