Ecco cosa vi serve in caso di fine del mondo: un block notes, una matita, una scatoletta di fiammiferi, corda e sapone. Questi sono solo alcuni degli articoli di un Kit di sopravvivenza che si vende a Tomsk, una cittadina della Russia siberiana. Il kit con gli articoli di prima necessità arreca un etichetta ben visibile con su scritto: “Per la fine del mondo”.
Inoltre, vi si può trovare una targhetta di identificazione – un badge con un pezzo di carta dove si può segnare nome, cognome e gli altri dati, un completo con delle medicine basilari, un pacco di grano saraceno, una scatola di alici sotto olio e una piccola bottiglia di vodka, forse per affogare nell’alcool la delusione per un mondo che finisce!
Se i Maya dovessero avere ragione e il mondo dovesse giungere alla fine del suo tempo il 21 dicembre 2012, non potete farvi scappare questo kit di sopravvivenza. Secondo Yuliana Schegoliova, direttrice dell’agenzia che ha creato il kit – la quale attività principale è quella di organizzare matrimoni -, il quaderno e la penna servono per scrivere messaggi che andranno per le generazioni future. Il prezzo del kit è di circa 890 rubli (più o meno 26 euro).
“Abbiamo sentito da diverse fonti che il 21 dicembre 2012 deve venire la fine del mondo. Mi sono chiesto: perchè non creare un kit di sopravvivenza per affrontare quello che potrebbe succedere? Certamente non vogliamo pubblicizzare l’idea della fine del mondo con questo kit, ma lo abbiamo fatto con uno spirito goliardico, solleticando il senso dell’umorismo delle persone”, spiega la direttrice. Il kit dovrebbe servire soprattutto come simpatico regalo di Natale. La nostra direttrice, oltre al senso dell’umorismo, dimostra di avere anche uno spiccato senso degli affari!
Anche tra gli italiani c’è chi fa sul serio!
I pionieri dell’arte della sopravvivenza rispetto alla fine del mondo si trovano in America e si chiamano “preppers” (da “prep”, preparazione): imbottiscono le case di armi e di cibo, al fine di affrontare la nuova e oscura vita che li aspetta. Gli apocalittici italiani, invece, sono un pò più rustici e per esorcizzare la paura cercano di arrangiarsi con quello che hanno a portata di mano:
«Quando abbiamo capito che la situazione potrebbe precipitare presto, io e mia sorella ci siamo procurati radio trasmittenti e abbiamo studiato un protocollo semplice», rivela il signor Andrea Proietti, uno dei protagonisti dello speciale della National Geographic Channel, dedicato agli apocalittici italiani che andrà in onda il 2 dicembre alle 22.55.
«Ci siamo dati appuntamento in una serie di posti secondo me abbastanza sicuri, tutti vicini a casa e facili da raggiungere anche per i nostri genitori, che sono anziani. Grotte, gallerie inutilizzate, vecchie miniere. Ci fermeremo nel primo che sarà agibile, e aspetteremo gli altri. Abbiamo già fatto la prova per raggiungerli». Andrea sta anche avviando un’azienda agricola con animali e colture.
E sta scrivendo un libro sulla sopravvivenza: «Quello che serve è innanzitutto una buona attrezzatura», dichiara sicuro. Non suona molto affidabile, visto che tra le altre cose vende proprio attrezzature tecniche su Internet. «Ma io non parlo per interesse, è una questione pratica. Le tecniche non puoi impararle in un momento, ma se devi scappare di casa in inverno e fa freddo, un buon sacco a pelo fa la differenza. O no?».
Marco Crotta, un informatico di Milano, è un altro protagonista dello speciale dedicato ai “prepper” italiani: «Ho cercato di studiare strategie trasversali, che mi siano utili anche se poi fila tutto liscio». Marco, più che dell’apocalisse, è preoccupato della crisi economica, soprattutto da quando ha iniziato a desiderare un figlio dalla compagna trentenne.
Ha scoperto i “preppers” si Internet e a deciso di seguire il loro esempio per placare le sue ansie. Ma il prepping di Crotta è in una versione più soft per non spaventare troppo la sua fidanzata: «Lei è molto buona, quando ha capito che non mi barricavo in casa con il fucile mi ha assecondato».
Marco ha aperto una pagina Internet, scoprendo che sono in molti quelli che sono interessati alle tecniche di sopravvivenza, cominciando così una vera e propria consulenza in campo “apocalittico”. Il segreto è quello di riappropriarsi delle piccole strategie di buon senso che gli hanno tramandato i suoi nonni emiliani: «Cerco di mantenere il fisico sano evitando gli eccessi, o la sedentarietà.
E imparo tutto quello che riesco, cose utili a me e agli altri, ad esempio anziché fare il corso di ballo latino americano ne ho fatto uno di pronto soccorso. Cucio gli orli dei jeans, sto piastrellando il bagno da solo. Se trovo in offerta alimenti con la scadenza molto in là faccio una grossa scorta, così non solo risparmio, ma se ad esempio perdo il lavoro a causa della crisi so di avere pranzo e cena assicurati per un tot di tempo».
In ultimo, c’è Giuseppe Fasulo, guida escursionista e istruttore di corsi di sopravvivenza, che conosce tutte le tecniche per cavarsela senza supermercati e minimarket. Giuseppe sta facendo esperimenti un pò “impressionanti”: «I grilli li mangio! Cinque o sei corrispondono al valore nutritivo di una bistecca. Hanno il sapore dell’albume d’uovo, e quando sono cotti, assomigliano ai gamberi».
In più, ha cominciato ad allevare api, conigli, e pollame: «Per me ormai è diventato un modo di vivere, mia moglie condivide e le mie tre figlie Giorgia, Giada e Giulia che hanno 3, 5 e 7 anni si divertono tantissimo a imparare come si accende un fuoco o si purificare l’acqua. Per loro è come se fosse un gioco, e invece è una mentalità utile per tutti gli imprevisti».
Non è detto che nel segreto del suo cuore, Giuseppe spera che l’ansia da apocalisse possa riportare molti di noi a vivere in armonia con la natura, a contemplare il cielo stellato e a vivere con intensità il cambio delle stagioni.