Scoperto il “Tempio del Sole della Notte” Maya – Una vera e propria miniera d’oro per gli archeologi che rivela l’antico legame tra re e divinità

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Il Tempio del Sole della Notte era come un faro rosso sangue, che 1.600 anni fa era visibile per chilometri, ornato con maschere giganti del dio Sole, raffigurato come uno squalo e un giaguaro assetati di sangue. Nascosto nella giungla del Guatemala, il tempio è tornato finalmente alla luce, rivelando nuovi importanti dettagli sui regni Maya.

La civiltà Maya, diversamente dagli imperi centralizzati di Inca e Aztechi, era un’aggregazione di città-stato che si estendevano in Guatemala, Belize e Yucatan, in Messico. “Questo concetto è diventato sempre più chiaro a partire circa dagli anni Novanta, quando capimmo che alcuni regni erano più importanti di altri”, ha detto l’archeologo Stephen Houston della Brown University, che ha annunciato la scoperta del nuovo tempio.

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El Zotz, in Guatemala, era uno dei regni più piccoli, ma a quanto pare anche uno dei più interessanti. Nel 2010 gli archeologi che lavoravano sulla collina vicino al centro della città scoprirono una struttura alta 45 metri, la Piramide del Diablo. In cima trovarono il palazzo reale e la tomba del primo sovrano della città, che visse circa dal 350 al 400 d.C. Nello stesso periodo, Houston e un collega individuarono le prime tracce del Tempio del Sole della Notte, proprio alle spalle della Piramide del Diablo. Solo recentemente, però, gli scavi hanno messo in luce le incredibili maschere del dio Sole rimaste nascoste per secoli sotto la rigogliosa vegetazione della giungla.

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Il potere del Sole

02-maya-tempio-del-sole-maschera-dio.jpgLe pareti laterali del tempio sono infatti decorate con delle maschere, alte un metro e mezzo, che mostrano il volto del dio Sole che cambia mentre, nel corso della giornata, attraversa il cielo. Una maschera lo raffigura come uno squalo, probabilmente riferendosi al sole che sorge a Est, nei Caraibi, ha spiegato Houston. Il sole di mezzogiorno, invece, è rappresentato da un essere con occhi strabici che beve sangue, mentre le altre maschere lo raffigurano come il giaguaro locale che al crepuscolo si risveglia dal suo sonno nella giungla.

Nella cultura Maya il sole è strettamente associato ai nuovi inizi, e il dio Sole rappresenta la regalità. Quindi la presenza di volti solari sulle pareti di un tempio accanto a una tomba reale potrebbe significare che la persona sepolta all’interno sia proprio il capostipite della dinastia dei sovrani di El Zotz. “È un esempio di come il Sole sia stato innestato sull’identità di un re e sui sovrani che lo seguirono”, ha detto Houston. L’archeologo David Freidel, che non ha partecipato agli scavi, ha aggiunto che “l’ipotesi di Houston probabilmente è corretta, nel senso che l’edificio è stato dedicato al sole, una divinità strettamente legata alla regalità. La Piramide del Diablo aumenta la nostra conoscenza delle prime credenze religiose Maya e delle loro pratiche rituali”.

La squadra di Houston ha anche scoperto che i Maya di El Zotz, aggiunsero degli ulteriori strati al tempio, di generazione in generazione, quasi considerassero l’edificio come un essere vivente. I nasi e le bocche delle maschere degli strati più vecchi sono stati infatti sistematicamente sfregiati. “Questa pratica è in realtà abbastanza comune nella cultura Maya,” ha detto Houston,  “È molto difficile trovare una qualsiasi rappresentazione di un re Maya che non abbia occhi o naso mutilati … anche se mutilazione non è il termine più appropriato. La vedo infatti più come una disattivazione. È come se spegnessero le maschere in preparazione dei livelli successivi… Non è una mancanza di rispetto. È tutto il contrario.”

 

“Una miniera d’oro di informazioni”

Simon Martin, uno studioso Maya della University of Pennsylvania, ha detto che le maschere di El Zotz sono “assolutamente uniche e preziose, perché potrebbero validare le teorie sulle raffigurazioni del dio Sole. Abbiamo diverse immagini del dio Sole nelle varie fasi Maya ma non abbiamo mai trovato nulla che mette tutto insieme. Abbiamo dovuto ricostruire la sequenza pezzo per pezzo, sperando di avere tutte le parti giuste. Questa finalmente potrebbe essere l’occasione per osservare l’evoluzione della raffigurazione del dio Sole passo dopo passo”.

Il tempio è “meravigliosamente ben conservato”, ha aggiunto Martin, “una vera e propria miniera d’oro di informazioni. Abbiamo pochi edifici che si sono conservati interamente. In genere i Maya distruggevano gli edifici per poi costruirne di nuovi, così quando si scava un edificio non si trova molto della decorazione.” Al contrario, i Maya di El Zotz lavorarono molto per preservare la struttura originale del loro tempio, riempiendola di terra e pietre, prima di iniziare la nuova costruzione.

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Maschere mostruose

L’archeologo della University of California Karl Taube, che non è stato coinvolto nel progetto, sottolinea il valore artigianale delle maschere. “Sono tridimensionali. I volti sembrano spingersi fuori dalle facciate. Non si vede molto spesso, perché se sporgono troppo rischiano di cadere, ma qui ce l’hanno fatta. L’effetto della luce su questi volti doveva essere molto drammatico”. Houston ha aggiunto che anche il colore rosso delle maschere contribuiva a far risaltare i dettagli tridimensionali delle maschere. “Questo pigmento rosso vivo aveva sicuramente un effetto particolarmente intenso all’alba e al tramonto”.

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Arroccato sulla cima della collina, rosso come il fuoco, il Tempio del Sole della notte doveva “vedere ed essere visto”, ha detto Houston. Si vedeva infatti anche da Tikal, un regno vicino più grande e più potente che non era in buoni rapporti con El Zotz. “In genere ci immaginiamo un re come una figura completamente autonoma, ma per i Maya il re faceva spesso parte di una struttura gerarchica di regnanti”,  spiega Martin. “El Zotz forse fu per un certo periodo sotto la forte influenza di Tikal, ma quando il suo potere si indebolì si rese indipendente, o  forse si collegò con dei regnanti più potenti di altre zone”.

 

Nuove scoperte

Nonostante l’attenzione e la cura nella costruzione e nella conservazione del Tempio del Sole della Notte, sembra che esso non sia stato utilizzato a lungo. Le evidenze archeologiche suggeriscono infatti che l’edificio venne abbandonato nel V secolo, per ragioni ancora sconosciute. “È come se all’improvviso i Maya di El Zotz avessero abbandonato i loro strumenti e se ne siano andati durante una delle fasi di espansione dell’edificio”, racconta Houston. “Penso che ci troviamo di fronte alla fine di una dinastia”.

La risposta a questi e ad altri misteri arriveranno mano a mano che il Tempio del Sole della Notte verrà esplorato. “Solo il 30 per cento di questa facciata è stato esposto”, ha detto Taube. “Penso che in futuro ci saranno ancora nuove importanti scoperte che porteranno a una più ampia comprensione del reale significato di questo edificio”. [Fonte].

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Scoperto il “Tempio del Sole della Notte” Maya – Una vera e propria miniera d’oro per gli archeologi che rivela l’antico legame tra re e divinitàultima modifica: 2012-07-28T00:05:00+02:00da kattolika177
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